L’indice della paura al top da febbraio. Nell’ultima settimana bilancio in rosso per il Nasdaq
di Andrea Gennai
tutte le news sull’azionario
di Maximilian Cellino
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La volatilità di nuovo alle stelle che i mercati azionari stanno nuovamente sperimentando nelle ultime settimane tradisce l’evidente nervosismo che serpeggia tra gli operatori in questi ultimi giorni del 2021. A mettere in guardia gli investitori non sono soltanto le ultime vicende di una pandemia data per sconfitta forse troppo frettolosamente e che adesso minaccia invece di tornare a condizionare la vita di ogni giorno e di conseguenza la ripresa economica.
Gli interrogativi vanno infatti oltre …
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Sembra passato un secolo dall’esordio di Unidata all’Aim Italia (ora Euronext Growth Milan), ma in realtà è trascorso solo un anno e mezzo dal 16 marzo 2020, quando la società romana di tlc era stata soprannominata “la matricola del lockdown”. Ed è stato già presentato il Piano Industriale 2022 – 2024. In sede di Ipo Unidata, con i 4,92 milioni di mezzi finanziari raccolti, si proponeva di crescere aumentando la posa di cavi in fibra principalmente nel Lazio, focalizzarsi su clienti business di primo…
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Nel mese di ottobre le società che operano sul mercato mediante reti di consulenza finanziaria hanno realizzano il miglior risultato mensile di sempre; i dati rilevati da Assoreti, l’associazione che raduna gli operatori che si avvalgono per l’attività fuori sede di consulenti finanziari, indicano volumi netti pari a circa 5,8 miliardi di euro con una crescita del 63,3% rispetto all’ottobre 2020 (+119,9% rispetto a settembre scorso). Nei primi dieci mesi dell’anno la raccolta raggiunge così 46,7 miliardi di euro, risultando già superiore a quanto realizzato nell’intero 2020 (43,4 miliardi).
Le risorse raccolte nel mese confluiscono sui prodotti del risparmio gestito, con investimenti netti più che triplicati rispetto all’anno precedente e pari a 3,3 miliardi di euro (+228,2% su base annua) e su conti correnti e depositi, sui quali arriva liquidità netta per 3,1 miliardi di euro (+11,8% su base annua); gli strumenti finanziari amministrati chiudono il mese con un saldo negativo. Il 2021 non è ancora terminato e le reti di consulenza hanno già superato i risultati dell’anno record di raccolta. «Cresce l’esigenza dei risparmiatori di essere seguiti nelle scelte di investimento e con essa l’assunzione di responsabilità da parte delle associate ad Assoreti e dei loro consulenti, consapevoli che i clienti, affidando il proprio patrimonio, condividono bisogni, progetti, aspettative» ha sottolineato Marco Tofanelli, segretario generale dell’associazione.
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La distribuzione diretta di quote di fondi comuni di investimento determina volumi di raccolta netta per 1,3 miliardi di euro (-368 milioni a ottobre 2020). Le scelte di investimento privilegiano sempre gli Oicr aperti di diritto estero (1 miliardo) e in particolare le gestioni collettive azionarie (818 milioni); positiva e in crescita la raccolta netta realizzata sui fondi chiusi mobiliari (228 milioni di euro), mentre il bilancio dei fondi aperti italiani è pressoché in pareggio (2 milioni). Le risorse nette destinate al comparto assicurativo/previdenziale ammontano a 1,5 miliardi di euro (+51,9% annuo); i premi netti versati sulle polizze unit linked e multiramo raggiungono, nel loro insieme, quasi 1,4 miliardi di euro. Il bilancio delle gestioni patrimoniali individuali è positivo per 571 milioni (+42,7% annuo); il 71,8% della raccolta netta coinvolge le gestioni patrimoniali in fondi (Gpf), ma la crescita è trainata dalle Gpm(161 milioni).
Il contributo mensile delle reti al sistema degli Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, raggiunge così i 2,9 miliardi di euro e compensa ampiamente i deflussi realizzati, nell’insieme, dagli altri canali distributivi (-136 milioni), portando in positivo il bilancio complessivo dell’industria (2,7 miliardi). Da inizio anno l’apporto delle reti raggiunge così i 31,6 miliardi di euro e rappresenta il 57% della raccolta netta realizzata dall’intero sistema fondi (55,5 miliardi).
di Maximilian Cellino
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I mutui italiani sono davvero a prova di Covid e soprattutto di un ritorno dell’inflazione? La domanda, che probabilmente frulla nella testa di chi si accinge a firmare un nuovo contratto, non riguarda tanto le rate che ci si troverà a pagare fra qualche anno, visto che la quasi totalità dei nuovi contratti stipulati è ormai a tasso fisso, quanto le condizioni che si possono spuntare in banca. Finora, almeno sotto l’aspetto della risposta alla crisi pandemica, la situazione si è mantenuta favorevole…
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Un fondo pensione estero non è soggetto a sostitutiva del 20% e non è tenuto ad operare da sostituto d’imposta per le prestazioni pensionistiche erogate. È questa in sintesi la risposta a interpello 794/2021 delle Entrate. L’istante è un fondo pensione transfrontaliero (belga) di dipendenti di un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro. L’interpello riguarda la soggettività passiva del fondo in Italia e i profili di tassazione per gli iscritti italiani.
Le forme pensionistiche complementari comunitarie (fondi transfrontalieri o paneuropei o Iorp) sono disciplinate dall’articolo 15-ter del Dlgs 252/05 e possono raccogliere adesioni su base collettiva sul territorio italiano. A tali fondi non si applica l’articolo 17 del Dlgs 252/05 relativo al regime tributario delle forme pensionistiche complementari. Corollario di ciò è quindi il fatto che il fondo estero non è tenuto, per le adesioni effettuate in Italia, ad assolvere l’imposta sostitutiva nella misura del 20% sul risultato netto maturato in ciascun periodo d’imposta in base all’articolo 17.Invece le prestazioni erogate dal fondo comunitario saranno soggette alla disciplina fiscale prevista dal comma 6 dell’articolo 11.
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La base imponibile di tali prestazioni dovrà ricomprendere anche i rendimenti non assoggettati a tassazione in capo al fondo. Si tratta infatti di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente per il percipiente, assoggettati a ritenuta ex articolo 24 del Dpr 600/73. Poiché il fondo è un soggetto non residente non fa da sostituto d’imposta (risposta 449/21) e i percipienti dovranno indicare le somme in dichiarazione. Se tuttavia l’istante operi le ritenute, poi sarà tenuto a tutti i conseguenti adempimenti da sostituto.
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Risparmiare 300 euro l’anno sulla bolletta dell’elettricità: un obiettivo importante che 40 famiglie potranno realizzare grazie alla Comunità energetica e solidale di Napoli Est, promossa da Legambiente, Fondazione Famiglia di Maria, Fondazione con il Sud. Una delle prime esperienze in Italia, la prima nel Mezzogiorno, realizzata nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Un impianto solare da 53 kw sulla copertura della Fondazione Famiglia di Maria consentirà un risparmio reale, in termini di minor…
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L’industria del risparmio gestito ha chiuso il mese di ottobre con i conti in attivo per 6,4 miliardi, una cifra che ha portato il saldo da inizio dell’anno a quota 76,2 miliardi. In crescita anche il patrimonio totale, salito a 2.560,6 miliardi dei quali 51,7% in capo alle gestioni collettive e il restante 48,7% a quelle di portafoglio. Sono stati ancora una volta i fondi comuni a fornire il contributo principale alla raccolta con un incasso di 2,7 miliardi che ha portato le gestioni collettive a incassare 3,4 miliardi. Hanno decisamente invertito la tendenza le gestioni di portafoglio che, con un risultato di quasi 3 miliardi, hanno più che compensato il deficit di 741 milioni accusato a settembre.
Questo segmento di prodotti da inizio anno viaggia con una raccolta positiva per 55,5 miliardi dei quali 28 arrivano dagli azionari, 20 dai bilanciati e 9 dagli obbligazionari. Ancora il segno meno per 2,2 miliardi per i fondi flessibili, che però negli ultimi due mesi stanno recuperando terreno. Per quanto riguarda il bilancio di ottobre sono ancora gli azionari ad aver registrato l’andamento migliore con un attivo di 2,5 miliardi e anche in questo caso sono seguiti dai bilanciati. Positivi pure i flessibili per 775 milioni mentre per i monetari il saldo è negativo per 2,2 miliardi.
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Tra i gruppi è ancora Intesa Sanpaolo ad aver ottenuto il risultato migliore (2,7 miliardi), grazie al contributo di Eurizon che ha incassato 1,7 miliardi con i fondi aperti . Positive per oltre un miliardo Poste Italiane, mentre il gruppo Generali per le consuete operazioni infragruppo ha chiuso il mese con i conti in rosso per 1,2 miliardi.
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L’Italia è nei radar di molti investitori. Complice l’effetto Draghi (ma non solo) grazie a un’elevata liquidità in molti vanno a caccia di occasioni soprattutto tra mid cap e small cap. Per anni snobbate, l’interesse deciso ha riportato anche valutazioni più coerenti. Ma sono in particolare le piccole di Euronext Growth Milano (Pmi promettenti rappresentative della migliore industria italiana) da tempo ad essere le vere protagoniste: con buone performance in pieno Covid sono state resilienti e sul segmento il fenomeno quotazione non si è mai interrotto tanto che da gennaio sono già 32 le Ipo e altre sono in arrivo(Svas Biosana, Homizy, TmpGroup, Sif Italia, My Simbol Group, Estrima Birò, etc).
«Tra le ragioni che ci spingono a guardare all’Italia c’è l’effetto del Next Generation Eu – sottolinea Gianrico Nicodemo, gestore di Zest – piano che porterà in Italia fondi per 209 miliardi, una cifra importante se rapportata al Gdp nazionale e destinata a infrastrutture, energie rinnovabili, digitalizzazione, turismo e cultura. Il mondo della piccola e media impresa è in forte fermento, come testimoniano il numero e il successo dalle ultime Ipo. Il sistema creditizio, sotto la pressione del regolatore europeo, ha cambiato molti dei suoi parametri. Non ultimo il tema valutativo».
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Come spiega l’esperto il mercato azionario italiano presenta ancora multipli interessanti. Le stime sul 2022, grazie a un ottimo momentum degli utili societari, mostrano un rapporto prezzo/utili di poco superiore alle 12 volte e un rendimento dei dividendi previsto del 3,8% circa.
Il successo delle ultime Ipo su Euronext Growth è un segno di una certa maturità? «È ancora presto per dirlo. L’approdo in Borsa delle Pmi con fatturati dai 2 ai 100 milioni – sottolinea Paolo Rizzo, gestore di Anthilia – si allarga anche grazie all’azione voluta dagli ultimi Governi, volta a favorire quel processo utile a far arrivare risorse utili allo sviluppo delle aziende ma anche a dare più visibilità internazionale. Il successo delle ultime Ipo è segno di un interesse ma anche di offerte contenute. Per vedere la bontà di queste operazioni si dovranno aspettare alcuni mesi e capire la coerenza dei piani annunciati a quanto realizzato».
Massimiliano Schena, direttore investimenti di Synphonia, mette in luce che il campione di società è molto variegato. «Ce ne sono diverse degne di interesse (da Intermonte a Cofle a Omer) – spiega – in cui spesso si va oltre i 100 milioni di capitalizzazione. Resta il fatto che le quotazioni avvengono generalmente con un flottante contenuto e, questo elemento, unito alla capitalizzazione non elevata, impatta sulla liquidità. La ridotta liquidità dei titoli implicherebbe un orizzonte di investimento di medio/lungo termine che va supportato da piani di crescita solidi e credibili e da un numero maggiore di operatori istituzionali dedicati alle Pmi quotate».