Small cap. C’è interesse sul mercato ma molte offerte sono contenute

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L’Italia è nei radar di molti investitori. Complice l’effetto Draghi (ma non solo) grazie a un’elevata liquidità in molti vanno a caccia di occasioni soprattutto tra mid cap e small cap. Per anni snobbate, l’interesse deciso ha riportato anche valutazioni più coerenti. Ma sono in particolare le piccole di Euronext Growth Milano (Pmi promettenti rappresentative della migliore industria italiana) da tempo ad essere le vere protagoniste: con buone performance in pieno Covid sono state resilienti e sul segmento il fenomeno quotazione non si è mai interrotto tanto che da gennaio sono già 32 le Ipo e altre sono in arrivo(Svas Biosana, Homizy, TmpGroup, Sif Italia, My Simbol Group, Estrima Birò, etc).

Effetto del Next Generation Eu

«Tra le ragioni che ci spingono a guardare all’Italia c’è l’effetto del Next Generation Eu – sottolinea Gianrico Nicodemo, gestore di Zest – piano che porterà in Italia fondi per 209 miliardi, una cifra importante se rapportata al Gdp nazionale e destinata a infrastrutture, energie rinnovabili, digitalizzazione, turismo e cultura. Il mondo della piccola e media impresa è in forte fermento, come testimoniano il numero e il successo dalle ultime Ipo. Il sistema creditizio, sotto la pressione del regolatore europeo, ha cambiato molti dei suoi parametri. Non ultimo il tema valutativo».

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Come spiega l’esperto il mercato azionario italiano presenta ancora multipli interessanti. Le stime sul 2022, grazie a un ottimo momentum degli utili societari, mostrano un rapporto prezzo/utili di poco superiore alle 12 volte e un rendimento dei dividendi previsto del 3,8% circa.

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Il successo delle ultime Ipo

Il successo delle ultime Ipo su Euronext Growth è un segno di una certa maturità? «È ancora presto per dirlo. L’approdo in Borsa delle Pmi con fatturati dai 2 ai 100 milioni – sottolinea Paolo Rizzo, gestore di Anthilia – si allarga anche grazie all’azione voluta dagli ultimi Governi, volta a favorire quel processo utile a far arrivare risorse utili allo sviluppo delle aziende ma anche a dare più visibilità internazionale. Il successo delle ultime Ipo è segno di un interesse ma anche di offerte contenute. Per vedere la bontà di queste operazioni si dovranno aspettare alcuni mesi e capire la coerenza dei piani annunciati a quanto realizzato».

Un campione variegato

Massimiliano Schena, direttore investimenti di Synphonia, mette in luce che il campione di società è molto variegato. «Ce ne sono diverse degne di interesse (da Intermonte a Cofle a Omer) – spiega – in cui spesso si va oltre i 100 milioni di capitalizzazione. Resta il fatto che le quotazioni avvengono generalmente con un flottante contenuto e, questo elemento, unito alla capitalizzazione non elevata, impatta sulla liquidità. La ridotta liquidità dei titoli implicherebbe un orizzonte di investimento di medio/lungo termine che va supportato da piani di crescita solidi e credibili e da un numero maggiore di operatori istituzionali dedicati alle Pmi quotate».

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