Non è lei, quando vittima diventa colpevole

 (ANSA) – CAGLIARI – MARIA FRANCESCA CHIAPPE, “NON E’ LEI” (Castelvecchi edizioni, pp 220, 18,50 euro) – Uccisa due volte. A ottobre, in pieno giorno, massacrata a colpi di pietra mentre prendeva il sole su una scogliera a Villasimius. E poi martoriata sui media. Due volte vittima, di una mano assassina e di chi ne ha dissacrato la memoria, oltraggiandone la dignità con articoli infamanti. Ruota attorno alla brutale uccisione di una giudice civile della Corte d’Appello di Cagliari, Eleonora Cabras, “Non è lei”, romanzo d’esordio di Maria Francesca Chiappe.
    Quindici anni di esperienza nella cronaca giudiziaria cagliaritana, la giornalista e scrittrice dà alle stampe un avvincente giallo, edito da Castelvecchi. Premio cronista d’Italia nel 2008, autrice di saggi, si misura ora con il linguaggio narrativo con la competenza giuridica, la familiarità della macchina dell’informazione, la conoscenza del mondo dei social. Una scrittura a tratti descrittiva e lirica, che si fa incalzante sul filo della suspense. Parte da un fatto di sangue l’autrice, per dar vita a una vicenda costruita attraverso gli elementi del poliziesco. Per raccontare la storia si affida ai personaggi da lei creati, tra cui spicca la figura chiave di Annalisa, giornalista. Grazie a lei il ritratto della vittima riaffiora dal passato e prende sempre più risalto sotto gli occhi di lettrici e lettori, con i suoi molteplici interessi, la passione per la fotografia, per lo sport, il mare, la bellezza dei luoghi.
    Quell’incanto dei paesaggi che si ritrova fra le righe, quasi un atto d’amore dell’autrice verso una città e un’Isola, sfondo per una vicenda tragica: ma oltre alla cronaca di un feroce delitto il libro narra la storia di una sincera amicizia. Le atmosfere di una Cagliari in giallo, tra il paesaggio costiero di Villasimius e i caruggi di Carloforte, sono lo scenario di un’inchiesta che catalizza l’attenzione della stampa, con un corollario di ipotesi morbose e commenti scandalistici. Le acque cristalline, il cielo terso, i fondali marini, fenicotteri rosa in volo da uno stagno all’altro, i profili della città vecchia affacciata sul porto, regalano l’immagine di una Sardegna idilliaca con “tramonti talmente belli da sembrare finti”. Non manca un inedito aneddoto su Gigi Riva.
    “Non è lei” narra una vicenda emblematica, dove gioca un ruolo strategico il mondo dell’informazione. A fronte del mistero di una morte non annunciata, scaturiscono supposizioni e insinuazioni, con l’immancabile coro di “se l’è cercata” secondo lo schema classico e paradossale della colpevolizzazione della vittima. “Questa frase – dice all’ANSA Maria Francesca Chiappe – è nella top five degli stereotipi da abolire”. (ANSA).
   

Aline, una favola popolare ispirata a Celine Dion

– ROMA, 20 GEN – Una bella favola popolare che alla fine commuove perché ispirata, seppur con molte libertà, alla vita di Céline Dion che, oltre al talento, ha avuto un’esistenza complicata e un po’ da Cenerentola. Ma non solo questo: ALINE.
    LA VOCE DELL’AMORE, di e con Valérie Lemercier, dal 20 gennaio al cinema con Universal e Lucky Red, è oltre che un singolare omaggio alla pop star da parte di un’artista nota in genere per la sua ironia, soprattutto il ritratto di una persona ordinaria, come tante, che ha avuto coraggio e successo.
    Per quanto riguarda quest’ultimo c’è poco da dire: è l’artista canadese che ha venduto più dischi di tutti (200 milioni di copie in tutto il mondo) e con un patrimonio stimato in oltre 450 milioni di dollari.
    Ma in questo ritratto romanzato e melò della vita di Céline Dion, con la Lemercier nei panni di ‘Aline Dieu’, cantante canadese che diventa superstar internazionale, c’è poi il grande coraggio di quelli che sono i tre veri protagonisti di questa commedia drammatica francese: la stessa Aline/Celine, la madre Sylvette (Danielle Fichaud), motore del successo della figlia, e il suo manager Guy – Claude (interpretato dall’attore canadese Sylvain Marcel), grande amore da lei sposato contro tutto e tutti: quando si incontrano la prima volta lei ha dodici anni e lui trentotto.
    Infine, sul fronte fiaba tanti sono gli elementi che parlano in questo senso. Intanto la sua famiglia cattolica e molto semplice composta da quattordici figli; il fatto che a soli dodici anni Celine scrisse la sua prima canzone, Ce n’était qu’un rêve grazie all’aiuto del fratello Michel e della madre e, infine, il suo stesso esordio artistico. Ovvero l’invio di una sua cassetta registrata al discografico René Angélil che, colpito dalla sua voce, la invita subito nel suo studio, le dà una matita dicendo: “Immagina che sia un microfono, ora canta come se fossi in uno spettacolo esaurito in ogni ordine di posti”.
    Lontana da ogni agiografia, ma piuttosto nel segno di “sono una persona ordinaria”, la biopic della Lemercier, già al Festival di Cannes fuori concorso, punta all’umanità che c’è dietro la star. E lo fa dagli inizi fino all’Oscar per ‘My Heart Will Go On’ del film TITANIC.
    “Sì è vero, c’è tanta tenerezza nei personaggi di questo film, è un po’ come se fosse la mia stessa famiglia – dice la regista-attrice -. Celine Dion, che non ha visto il film, è in fondo una donna ordinaria. Di lei mi hanno colpito i suoi primi tempi, sono fantastici e anche la sua storia d’amore perché questo è anche e forse soprattutto un film d’amore”.
    Il fatto che la Lemercier, con una scelta discutibile, abbia interpretato lei stessa il ruolo di Aline da bambina (ha usato il suo viso parzialmente camuffato su un corpo infantile) la regista lo spiega così: “Non volevo che qualcun altro interpretasse questa bambina con i denti storti e troppi capelli. Volevo farlo io, in modo che quando si trasforma in una giovane donna più carina, funziona meglio. Se avessi scelto tre o quattro attori per interpretarla in età diverse, non sarebbe stato lo stesso. Inoltre, i bambini – dice scherzando – possono lavorare solo una quantità limitata di ore al giorno, mentre io ne faccio diciotto”. (ANSA).
   

Morto Sergio Lepri, ex direttore dell’ANSA

È morto Sergio Lepri. Direttore dell’ANSA dal 1962 al 1990, aveva 102 anni.    

Per festeggiare i 100 anni, il 24 settembre di due anni fa, l’Agenzia lo aveva festeggiato con un forum nel quale tre direttori a confronto – lo stesso Lepri, Giulio Anselmi e Luigi Contu – avevano fatto il punto sul giornalismo, ieri oggi e domani.

Rapporto con il potere, momenti complicati da risolvere in cui garantire autorita’ a indipendenza, il principio di non far mai capire la propria posizione politica, sempre con la schiena dritta. E qualche delizioso aneddoto. Un secolo nel quale la professione rinasce e si rinnova, e va verso novita’ come l’intelligenza artificiale. Ma sempre ”con l’affidabilita’ continuativa di un’agenzia. La garanzia che le informazioni siano sempre vere”, chiosa Anselmi, attuale presidente dell’ANSA, di cui e’ stato direttore dal 1997 al 1999. Ricorda Contu – attuale direttore – che quando Lepri assumeva un redattore – come accadde anche nel suo caso – diceva ”senta non le chiedo per chi vota, non me lo faccia capire da quello che scrive”. Dividere fatti da opinioni. ”Il privilegio di un serio giornalismo e’ quello di non schierarsi. Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perche’ era uno strumento per arricchire il patrimonio informativo di tutti. Strumento di conoscenza, di democrazia e liberta’, come servizio”, racconta Lepri. ”Una propensione dei giornalisti italiani e’ dipendere dal potere – aggiunge Anselmi – servendo i potenti addirittura prima che arrivino a chiedere. La tentazione di compiacere e’ bene che giornalisti e direttore non ce l’abbiano mai”. Consigli a chi vuole fare il giornalista oggi? ”Io chiedo ‘dove’. I quotidiani sono schierati”, spiega Lepri, ”se dove e’ l’ANSA va bene, se e’ una testata al servizio di qualcuno o qualcosa lo sconsiglio”. Per Anselmi, ”non bisogna avere paura ne’ dei poteri, ne’ delle cose. Cercare di affrontare le notizie capendole. Avere conoscenza di base e conoscere le tecnologie. E poi prendere posizione e con chiarezza sui fatti e quello che succede. Non significa fare giornalismo fazioso ma dire ‘questo e’ successo, noi pensiamo che…Mentre un’agenzia e’ al servizio di tutti i giornali”. Lepri, dall’alto del suo secolo, si fregia anche del titolo di innovatore. Dalla sua intuizione e’ nato ad esempio il primo archivio digitale delle notizie, il primo in Europa. ”Erano gli anni Settanta e quel milione di notizie si accumulavano come carta negli scaffali: ora tutto sta su un telefonino. Nel giro di qualche decennio e’ cambiato tutto. L’ANSA fu la prima agenzia ad avere un archivio elettronico”. Anselmi ha dato invece vita al primo sito web dell’Agenzia, ma anche introdotto i servizi finali, pronti per essere pubblicati. ”Una agenzia deve essere guida, non deve imporre delle cose – racconta Anselmi – ma deve aiutare a capire. Farlo con rapidita’. Quando arrivai mi sentiti in un acquario, tutto era uguale. Io non capivo l’importanza. Alla fine della prima settimana dissi a mia moglie ‘io me ne vado. Non e’ il mio mestiere’. Per la prima volta pensai ad una rinuncia. Poi con l’aiuto dei capi immaginai i titoli, una graduatoria di importanza e formammo una sorta di prima pagina del giornale”. Tanto e’ stato importante , spiega Contu, che ora tra i nuovi servizi dell’agenzia c’e’ quello delle pagine pronte per i quotidiani. Momenti di cambiamenti storici. ”E’ cambiata l’informazione – dice Lepri – perche’ sono cambiati gli strumenti. Le nuove tecnologie sono state un grande modo per migliorare l’informazione”. Racconta quando nei primi anni Novanta una stazione tv ”ci dette i missili iracheni che cadevano su Tel Aviv. Immagini che furono trasmesse in tutto il mondo e tutti pensammo alla guerra in diretta. Poi il giorno dopo capimmo che non erano missili ma erano solo razzi luminosi. Ci fece capire che non bastava fidarsi delle immagini che a volte sono piu’ bugiarde delle parole”. Anselmi: ”noi siamo mezzo, credibilita’ e rapidita’. Dare notizie in tempi velocissimi e’ spesso in controtendenza rispetto alla verifica. Si deve riuscire a far convivere queste due esigenze spesso contrapposte”. Alla fine non e’ mancato un bellissimo momento di memoria, quando ha chiesto Contu delle notizie che li avevano messi in difficolta’. Anselmi: ”Tante volte. Da giovane redattore di Stampa sera venni a sapere che per il fratello di Milena Sutter, figlia di un industriale rapita e uccisa, era stato chiesto un riscatto. Il padre mi confermo’ la notizia dicendomi: ‘se mi rubano anche il figlio lei me lo restituisce?’. Io chiesi istruzioni al mio capo torinese che mi disse: ‘sei bravo Anselmi ma te lo ha mai detto nessuno che sei un cretino?’ Io la detti. Un altro caso fu la storia brutta di Lapo Elkann, io ero direttore de La Stampa. Col fratello del tuo padrone non e’ facile. Io decisi di fare una pagina intera e richiamo in prima pagina. Feci quello che andava fatto. Non sto qui a dire che la cosa mi provoco’ qualche problema”. E’ accaduto anche a Lepri, tante volte all’ANSA ‘dal 1959 agli anni Settanta’. Ma ricorda in particolare quando ha ricevuto ”una telefonata da Pajetta che mi disse ‘si vergogni direttore, l’ANSA ha trasmesso una notizia falsa. Era il primo manifesto all’universita’ che diede vita alla sinistra extraparlamentare. Ma evidentemente lo stesso Pajetta lo ignorava. Sembrava incredibile anche a lui ma era vera”.

Lagarde, i prezzi si stabilizzeranno e poi caleranno

La presidente della Banca Centrale europea, Christine Lagarde, torna ad assicurare che i prezzi si stabilizzeranno per poi scendere dal 2022. Lagarde esclude un cambiamento della politica monetaria nel breve termine, dinanzi all’inflazione nella zona euro attesa al 3,2% nel 2022. Di fatto, ha dichiarato “consideriamo che durante l’anno 2022 (i prezzi,ndr.) si stabilizzeranno e caleranno gradualmente nel corso dell’anno”; ha detto, aggiungendo he questo calo dovrebbe proseguire nel 2023 e nel 2024. Per lei, un innalzamento dei tassi come prevede la Fed negli Usa per contenere l’inflazione avrebbe conseguenze nefaste in Europa. “Auspico che la politico monetaria sia un ammortizzatore della crisi e soprattutto non un freno alla crescita”, ha dichiarato Lagarde. 
   

Moby-Tirrenia, ok al nuovo piano dai principali creditori

 Possibile svolta nel piano di salvataggio di Moby e Cin-Tirrenia. In una nota la compagnia fa sapere di avere depositato ieri al Tribunale di Milano “un nuovo Piano in continuità che prevede percentuali di recupero per i creditori significativamente superiori rispetto al precedente Piano depositato da Moby SpA il 29 marzo 2021” e che “ha ricevuto il preventivo consenso dei principali creditori finanziari del Gruppo, quali gli obbligazionisti riuniti nel Gruppo Ad Hoc e da tutte le istituzioni finanziarie”. 

Le due compagnie di navigazione fanno sapere, nella stessa nota, di avere “compiuto questo ulteriore importante passo verso un rilancio industriale in corso che segue la significativa inversione di tendenza che ha visto la Società superare le difficoltà legate alla pandemia e riposizionarsi come leader sui mercati e sulle rotte di riferimento”

Usa: repubblicani bloccano norme a difesa diritti di voto, Biden deluso

 I repubblicani americani in Senato bloccano il provvedimento per la difesa del diritto di voto che contiene le norme del Freedom to Vote Act e del John Lewis Voting Rights Advancement Act. Si tratta del provvedimento fortemente voluto da Joe Biden e i democratici che ha come obiettivo difendere e rafforzare i diritti di voto dopo le strette decise in diversi stati Usa conservatori. I senatori che hanno votato a favore del provvedimento sono stati 49, quelli contrari 51. Per il via libera sarebbero stati necessari 60 sì.
    La bocciatura del provvedimento a difesa dei diritti di voto in Senato dovrebbe spingere i democratici a chiedere una modifica delle norme dell’ostruzionismo per far approvare la misura. A chiedere una modifica del ‘filibustering’, abbassando a 51 i voti necessari per il via libera al provvedimento invece che 60, potrebbe essere a breve il leader dei democratici in Senato, Chuck Schumer. Il dibattito sulla proposta di Schumer dovrebbe essere seguito dal voto che, con molta probabilità, fallirà: i dem non hanno infatti i numeri per cambiare le regole vista l’opposizione dei senatori Joe Manchin e Kyrsten Sinema.

Joe Biden si è detto “profondamente deluso” dal fatto che il Senato degli Stati Uniti ha affossato la sua riforma elettorale, con la quale il presidente Usa aveva promesso di proteggere l’accesso alle urne per gli afroamericani. “Sono profondamente deluso dal fatto che il Senato non sia riuscito a difendere la nostra democrazia. Sono deluso, ma non sono scoraggiato”, ha detto il leader democratico su Twitter subito dopo il voto della camera alta.
   

Tonga: atterrati i primi aerei con aiuti umanitari

Dopo 5 giorni di isolamento a seguito dell’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai e del successivo tsunami nel Pacifico meridionale, i primi aerei militari australiani e neozelandesi sono atterrati nell’aeroporto principale dell’arcipelago di Tonga, la cui pista è stata ripulita nelle scorse ore dalla cenere che la ricopriva. Gli aerei hanno trasportato aiuti per fronteggiare l’emergenza umanitaria e apparecchi di comunicazione al posto di quelli danneggiati. Lo riferiscono le autorità locali. L’Australia ha inviato un aereo C17 Globemaster e prevede il decollo di un secondo volo entro fine giornata. L’aereo neozelandese “trasporta aiuti umanitari e materiale di soccorso in caso di catastrofe, in particolare contenitori d’acqua, kit igienici, rifugi temporanei, generatori e apparecchi di comunicazione”, ha spiegato la ministra degli Esteri neozelandese, Nanaia Mahuta. Ulteriori aiuti sono stati promessi dal Giappone, che ha annunciato l’invio di due C-130, oltre che da Cina e Francia. Domani sono inoltre attesi anche i primi soccorsi via mare, inviati ancora dalla Nuova Zelanda. Le autorità locali hanno però sottolineato l’importanza delle misure di precauzione per evitare che nell’arcipelago giunga anche il virus del Covid-19, da cui Tonga è al momento considerato “libero”, prevedendo rigidi protocolli per la consegna degli aiuti. Secondo l’Onu, più dell’80% della popolazione dell’arcipelago è stato colpito dal cataclisma.

Dal parrucchiere con il green pass, scatta oggi l’obbligo

Passi avanti verso la modifica del sistema dei colori che potrebbe far finire la metà delle Regioni in arancione a breve sotto la spinta dei contagi. L’ipotesi – emersa ad un tavolo tecnico cui hanno partecipato esperti del ministero della Salute e delle Regioni – è quella di considerare casi Covid soltanto i pazienti ricoverati che hanno sviluppato la malattia, senza includere gli asintomatici in ospedale per altre patologie. Frenata, invece, sulla richiesta di riduzione a 5 giorni delle quarantene per i sintomatici.

Scatta intanto oggi l’obbligo di green pass per parrucchieri, barbieri ed estetiste, mentre il Governo sta limando il decreto che contiene l’elenco delle attività primarie cui si potrà accedere senza certificazione: oltre ad alimentari, farmacie, ottici, negozi per acquistare legna o pellet per il riscaldamento, spuntano anche gli uffici postali, ma solo per ritirare la pensione.

    I governatori lo chiedono ormai da giorni. “Il sistema dei colori non sembra avere più molto senso”, spiega il presidente della Toscana Eugenio Giani. “Io penso – gli fa eco il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini – che vada eliminato: attualmente, ad esempio, in zona gialla è tutto uguale al bianco”. “I colori servono a poco e il sistema va abolito, su questo noi governatori siamo pressoché tutti d’accordo”, ha detto Donato Toma, presidente del Molise.

    Ieri c’è stata una prima riunione del tavolo di lavoro dedicato al tema cui hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza ed il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli, insieme a rappresentanti delle Regioni. Nei prossimi giorni ci saranno altri confronti per cercare di arrivare ad una posizione condivisa. “C’è – osserva il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – una platea del 90% di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa”.

    Se il tavolo tecnico ha aperto ad un nuovo calcolo dei ricoverati, escludendo gli asintomatici, non è invece passata l’ipotesi di tagliare a 5 giorni la quarantena per i positivi sintomatici. Secondo gli esperti, a quanto si apprende, mancano, ad oggi, sufficienti evidenze scientifiche a sostegno dell’accorciamento dell’isolamento. Parere favorevole, poi, ad una rimodulazione del contact tracing con l’obiettivo di focalizzarlo sui sintomatici visti gli alti numeri dei contagi.

    Nell’immediato, da domani e fino al 31 marzo niente taglio, acconciatura e manicure senza green pass. Scatta infatti l’obbligo – previsto dal decreto legge dello scorso 7 gennaio – del possesso della certificazione verde per accedere a quelli che vengono definiti “servizi alla persona”; parrucchieri, barbieri, estetisti. La misura vale anche per i colloqui con detenuti in carcere.
    Dall1 febbraio saranno interessati pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali. “fatti salvi quelli necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona. Atteso a breve – probabilmente già domani – il decreto che individua queste ultime attività: tra le novità ci sarebbe anche l’ingresso pass free alle poste per il ritiro della pensione, mentre per gli altri servizi postali resterà necessaria la certificazione (base o rafforzata). In generale, l’accesso sarà libero nei negozi di alimentari, in farmacia, dall’ottico e per l’acquisto di legname o pellet per il riscaldamento. Lo stesso per le attività all’aperto come benzinai, mercati, edicole. Il pass servirà invece per comprare le sigarette dal tabaccaio.

    Si restringe ulteriormente, dunque, la libertà di azione dei no pass. In questo caso è valido anche il green pass semplice, quello ottenibile con un tampone negativo. Le verifiche che l’accesso a queste attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni sono a carico dei “relativi titolari, gestori o responsabili”. Sanzioni da 400 a mille euro per i trasgressori. 

Biden: ‘Nessun nuovo lockdown, ma vaccinatevi’

“Non torneremo ai lockdown, ma dobbiamo vaccinarci, e chi lo deve fare faccia la terza dose”: è l’appello di del presidente americano Joe Biden in conferenza stampa”.  “So che c’è molta frustrazione, ma questo è a causa del Covid che crea ansia e panico. Ma ora dobbiamo immaginare un futuro oltre la pandemia”, ha aggiunto Biden, spiegando che presto il virus “non farà più paura”. 

“E’ stato un anno di difficoltà ma anche un anno di enormi progressi”: lo ha detto Joe Biden nella conferenza stampa alla Casa Bianca alla vigilia del primo anno della sua presidenza, citando alcuni dati record: i 210 milioni di vaccinati, gli oltre 6 milioni di nuovi posti di lavoro, il tasso di disoccupazione al 3,9%.