Arminio, dopo Nobel Gluck nuove collane poesia

 Il Nobel per la Letteratura a Louise Gluck deve spingere gli editori a ripensare “al valore della poesia di cui in questo momento c’è molto bisogno”. Lo dice all’ANSA Franco Arminio che ammette di non conoscere la Gluck come la maggior parte degli italiani che hanno a disposizione solo due raccolte di poesia della Nobel, anzi una: l’ormai introvabile ‘L’iris selvatico’ uscita per Giano, che ora ha chiuso e ‘Averno’ uscita nel 2019 per Dante & Descartes, entrambe tradotte da Massimo Bacigalupo.
    “Auspico che gli editori aprano nuove collane di poesia e che pubblichino autori di ogni tipo. Poi saranno i lettori a scegliere. E’ importante pubblicare gli autori italiani ed esteri” dice Arminio, poeta, paesologo, artista di serate sempre esaurite, diventato con le sue poesie un fenomeno letterario unico e sorprendente.
    “C’è un grande bisogno di poesia in questo momento, ma c’è da parte dei grossi editori poca attenzione. Pensano, ‘ma se pubblico questo autore poi chi lo legge?’ Non c’è dibattito neppure nella società letteraria. Gli accademici, gli addetti ai lavori gridano contro lo scandalo della letteratura commerciale e poi non pubblicano i poeti” afferma Arminio.
    “Non conoscevo questa poetessa. Ma è interessante che il Nobel premi un poeta e una donna. I lettori di poesia al 90% sono donne. La poesia si legge di più anche grazie alle donne che cercano nei versi risposte e magari le trovano. Non le chiedono più alla politica. La maggior parte sono lettrici del Nord, dai 20 ai 70 anni” sottolinea il poeta paesologo.
    “Bisogna ragionare nei prossimi anni, capire cosa sta accadendo.
    Nei social la poesia si legge e anche tanto. Io ho 250 mila follower, mentre un libro di poesia vende in media intorno alle 1000 copie. I poeti, gli scrittori, il mondo editoriale non sta capendo cosa sta succedendo. L’equazione popolare- scadente è un grave errore in Italia. Dante a modo suo era un poeta popolare , scriveva in volgare, non in latino”.
    Non dobbiamo nasconderci però, afferma Arminio, che “nel mondo i poeti sono letti pochissimo. Si traduce poco, la poesia italiana pochissimo. Da una parte questo è dovuto alla scarsa circolazione della poesia ma anche al fatto che le traduzioni sono più difficili”. Però, ribadisce, “sui social la poesia circola, almeno un certo tipo di poesia, tra cui la mia, meno impegnativa nei contenuti, non di ricerca”. Resta il fatto che “qualsiasi poeta avessero premiato con il Nobel sarebbe stato poco conosciuto. All’interno di ogni nazione esistono nicchie, ma la poesia oggi non ha una dimensione internazionale. Non esistono luoghi di confronto” dice Arminio. (ANSA).