Stop a moratoria cartelle, ma partenza sarà graduale

Niente da fare. Non ci sarà un’ulteriore proroga della moratoria delle cartelle e dopo il 15 ottobre l’erario tornerà a battere cassa con i contribuenti che devono fare i conti con ‘pendenze’ fiscali o multe non versate.
    Ma non ci sarà nessuna ondata di cartelle, il recupero sarà graduale, parola di ministro. “Non faccio promesse perché sarei un imbonitore – ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualteri rispondendo ad una domanda sulla moratoria – Per il pagamento delle tasse abbiamo previsto meccanismi di rateazione forti. Ma in questo caso si parla di imposte dovute ad accertamenti degli anni passati. In ogni caso abbiamo detto all’Agenzia delle entrate che bisogna ripartire con grande gradualità”. L’ipotesi di un ulteriore rinvio era circolata in vista delle ultime modifiche in commissione al decreto Agosto.
    Ma, nonostante i molti emendamenti approvati, nessuno degli interventi approvati ha previsto un allungamento della moratoria. Che quindi scatterà tra dieci giorni.
    Il rischio di un’ondata di richieste, che avrebbe un impatto pesante in un periodo in cui l’economia sta subendo i contraccolpi della crisi provocata dal Coronavirus, era stato paventato dalle opposizioni. E certo domani, quando è in programma un’audizione del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, il tema tornerà sul tappeto. Potrebbe questa essere l’occasione per comprendere quali criteri saranno adottati per ‘diluire’ la massa di cartelle che si è accumulata e scaglionare le richieste. E potrebbero essere presentati anche dati aggiornati.
    Le ultime proiezioni dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, che ha ereditato l’attività da Equitalia, risalgono all’inizio di settembre. Stimano 8,9 milioni di cartelle non recapitate ai contribuenti dal marzo scorso, con un impatto sul deficit calcolato in circa 165,5 milioni di euro. La maggior parte di queste – in pratica 9 su 10 – di importo inferiore ai 5 mila euro. In particolare ce ne sarebbero 6,5 milioni (in pratica il 73% del totale) sotto i 1.000 euro, 1,5 milioni tra 1.000 e 5mila euro e solo 881 mila oltre questa soglia.