Perché i tassi Usa stanno scendendo anche se la Fed ha annunciato tre rialzi?

I punti chiave

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Il 15 dicembre c’è stata una svolta sui mercati finanziari. Il governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha dettato la nuova politica monetaria degli Stati Uniti, più restrittiva: gli stimoli monetari (quantitative easing) si azzereranno a marzo, in modo tale che la Fed possa procedere ad alzare tre volte il costo del denaro nel 2022, a cui dovrebbero seguire altri tre rialzi nel 2023.

A caldo, come logica vuole, i tassi sul mercato secondario sono saliti, andando ad aggiornare il nuovo scenario. I titoli di Stato a due anni si sono portati fino allo 0,7% con i decennali all’1,5%.

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Tuttavia nelle giornate successive i rendimenti dei treasuries hanno ripreso la via del ribasso, tanto che lunedì 20 il due anni era allo 0,6% e il decennale all’1,37%. Quando i tassi scendono vuol dire che gli investitori stanno comprando, facendo salire i prezzi, che si muovono in direzione opposta rispetto ai rendimenti.

La Fed arretra, i mercati comprano

Il tutto suona un po’ strano: come mai i mercati stanno comprando titoli di Stato Usa proprio nel momento in cui la Federal Reserve ha annunciato una parziale ritirata con annesse strette monetarie a venire?

Ci aiuta a rispondere Piergiacomo Braganti, director research di WisdomTree Europe. «L’acquisto delle ultime sedute è dovuto principalmente a tre motivi. Va detto che i gestori ormai considerano i bond governativi più come una forma di protezione durante le fasi di incertezza che non come un asset che porti performance al portafoglio. Questo spiega – sottolinea Braganti – come mai, in questa fase di aumento di volatilità e di forti vendite sulle azioni categoria beta da parte degli istituzionali, i capitali abbiano trovato sbocco nei titoli di Stato Usa».

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