Covid: Cipolletti,ok vaccini testati, ‘no vax’ epiteto offensivo

(ANSA) – L’AQUILA, 18 GEN – “L’epiteto ‘no vax’ è etichetta
che trovo offensiva e diffamatoria perché attribuisce un
pensiero antiscientifico che personalmente non mi appartiene.
    Non sono affatto ‘contro’ i vaccini che abbiano seguito tutti i
controlli protocollari e di legge, ma semmai contro
l’obbligatorietà diretta e indiretta, considerato il carattere
ancora sperimentale di detti trattamenti sanitari, approvati al
momento in via provvisoria e condizionata dall’EMA e, come pare,
quasi mai oggetto di prescrizione medica”. Così Marco
Cipolletti, consigliere regionale abruzzese del Gruppo Misto,
eletto nel febbraio 2019 con il M5S, sui vaccini anti covid. Il
consigliere teramano, di professione agrario, si difende dalle
accuse di essere un “no vax” che gli sono piovute addosso nelle
scorse settimane quando, risultando positivo al covid da non
vaccinato, è stato ricoverato per qualche giorno all’ospedale
Mazzini di Teramo. Cipolletti, dimesso, è tornato negativo.
    “Nella mia esperienza di ricovero – racconta – ho trovato
personale di livello che, nonostante condizioni di lavoro
difficili, ha mostrato grande umanità, garbo e professionalità.
    Un abbraccio forte e un grazie di cuore a tutti loro e un
esplicito e accorato appello all’assessore Verì e al presidente
Marsilio affinché sia data stabilità e certezza di continuità
lavorativa ai tanti operatori in attesa di rinnovo del contratto
e vengano quanto prima liquidate le indennità accessorie. Sarà
mio costante impegno verificare che questa maggioranza acceleri
in tal senso”.
    “Un aspetto che ho già posto all’attenzione della
Commissione Sanità è l’organizzazione della medicina
territoriale e di base, assolutamente da rivedere e potenziare.
    All’incessante lavoro che le Usca compiono con non poche
difficoltà andrebbe affiancato un rinnovato rapporto con i
Medici di medicina generale e pediatri che vanno ‘liberati’
dalle pastoie burocratiche, favorendo la loro presenza
domiciliare su ogni paziente sintomatico. Ciò realizzerebbe un
potente filtro per tutti quei casi vittime della ‘vigile attesa
+ paracetamolo’ e tendenti al peggioramento che invece, con
mirate cure domiciliari precoci, potrebbero essere sottratti
all’ospedalizzazione”. (ANSA).
   

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