Cina e Esg, le richieste dei gestori sostenibili per investire a Pechino

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Una governance che rispetti le regole internazionali e informazioni puntuali sul versante ambientale e sociale. Ecco le richieste alle aziende cinesi da parte gestori Esg. Una sfida titanica. Le notizie sul trattamento della minoranza Uiguri o degli studenti di Hong Kong lasciano infatti poco spazio alla speranza per chi chiede il rispetto dei diritti umani. Nonostante un quadro difficile, i fondi sostenibili provano lo stesso a confrontarsi con le aziende cinesi. E qualche risultato si riesce ad ottenerlo.

I raider Meituan con la polizza

Vediamo dunque qualche esempio concreto di chi si sta allineando agli standard Esg. Fra le prime dieci aziende del Msci China Esg Leaders Index, c’è Meituan: è al terzo posto come peso dopo Alibaba e Tencent, già note al pubblico occidentale. Seicentomila addetti alle consegne, che servono 400 milioni di clienti all’anno in 2.800 città della Repubblica Popolare: Meituan è un colosso del delivery. Oltre alla consegna del cibo, si occupa di hotel, viaggi, bike sharing. Ma il vero business lo fa con il cibo a domicilio. Ha un bilancio di sostenibilità, in inglese, molto dettagliato. È chiaro che sui contenuti bisogna andare sulla fiducia: è l’azienda che garantisce la veridicità delle informazioni.

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Quello che emerge dalle 32 pagine del report Meituan sulla sostenibilità è l’attenzione per i propri raider: l’azienda li dota di casco e abbigliamento catarifrangente. Inoltre tutti hanno un’assicurazione a cui contribuiscono ristoranti e commercianti che si appoggiano a Meituan per le consegne. Infine la società fornisce anche lo smartphone. Che dire: nulla da invidiare al trattamento dei raider occidentali.

I gestori e l’Esg cinese

«L’integrazione dei fattori Esg nel processo di investimento dipende dalla disponibilità e dalla qualità dei dati pubblicati dagli emittenti. In questo senso è evidente che, rispetto allo scenario in cui operiamo in Europa e negli Usa, nel mercato asiatico la pubblicazione di indicatori ambientali, sociali e di governo societario è meno uniforme», spiega Federica Calvetti responsabile Esg & Strategic Activism di Eurizon, presente da anni in Cina.

E aggiunge: «Auspichiamo che la standardizzazione della disclosure Esg, secondo modelli internazionali, possa gradualmente permettere una maggiore offerta di prodotti che promuovano le caratteristiche ambientali e sociali. In questo contesto, assume ancora più importanza l’attività di engagement che svolgiamo con le società attraverso il dialogo con il management, al fine di approfondire specifiche tematiche, favorire l’aderenza a pratiche di governo virtuose in rapporto alle Esg, più in generale al fine di instaurare rapporti diretti nell’ambito del cosiddetto “azionariato attivo” che svolgiamo anche con le società in Asia».

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