Green bond, Bruxelles sarà il più grande emittente al mondo con 250 miliardi

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Green bond europeo pronti via. L’Ue diventerà il più grande emittente di obbligazioni verdi: 250 miliardi di euro entro il 2026, soldi che serviranno a finanziare la parte green del piano Next Generation EU. Il primo lancio avverrà in ottobre. A dare le notizie è stato oggi Johannes Hahn (nella foto), commissario responsabile per il bilancio e l’amministrazione. A sbloccare l’operazione, il via libera alle regole Ue per le obbligazioni verdi; un insieme di parametri, ha ricordato l’eurocommissario, in linea con i principi dell’International Capital Market Association (Icma). Quest’ultima è l’associazione internazionale che per prima ha regolamentato i Green bond (ma anche i Social bond) indicando le linee guida a cui il mercato, volontariamente, può uniformarsi.

Green Bond e Next generation EU

Secondo Hahn, la Commissione Ue ha adottato un quadro di riferimento che rafforzerà la fiducia degli investitori sull’utilizzo del denaro raccolto sul mercato: sarà destinato a progetti “verdi” e non ad altro.

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I green bond avranno tra l’altro un ruolo chiave nel finanziamento del Next Generation EU e quindi anche del Pnrr italiano. Come risaputo, ogni Stato membro deve dedicare almeno il 37% del proprio piano nazionale di ripresa e resilienza a investimenti e riforme rilevanti per il clima benché molti Governi abbiano dichiarato di voler fare di più. A tal proposito, Hahn illustrando il programma di finanziamento di Next Generation EU e il lancio dei Green bond, ha spiegato che «non è possibile usare i fondi raccolti sul mercato nel quadro del Recovery Fund per finanziare investimenti per il settore nucleare, ci sono certe possibilità di usarli per il gas allo scopo di produrre e fornire energia per esempio per il teleriscaldamento che chiaramente contribuisce ai nostri obiettivi climatici».

Stati e rendicontazione dei Green bond

Sul versante della rendicontazione delle obbligazioni verdi, gli Stati membri riporteranno alla Commissione le spese green effettuate. Bruxelles utilizzerà tali informazioni per mostrare agli investitori in che modo i proventi delle obbligazioni verdi sono stati utilizzati per finanziare la transizione verde.

La rendicontazione sarà organizzata intorno a nove categorie identificate nel quadro NextGenerationEU Green bond, con energia pulita, efficienza energetica e trasporti puliti che occuperanno la quota maggiore. La caratteristica dei Green bond stile Icma è infatti quella di agganciare I proventi delle obbligazioni a determinati scopi comunicati al mercato, rendicontando poi almeno una volta all’anno lo stato dell’arte.

Tassi troppo alti sulle carte revolving, l’olandese Abn Amro costretta a rimborsare i clienti

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Per l’autunno opportunità in arrivo dall’azionario e in particolare da Piazza Affari

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Nel secondo trimestre i gestori hanno raccolto 21,5 miliardi

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L’industria del risparmio gestito ha archiviato il secondo trimestre dell’anno con una raccolta complessiva di 21,5, miliardi, inferiore ai 30 incassati nei tre mesi precedenti, ma che porta comunque il saldo da inizio anno oltre la soglia dei 51 miliardi . Secondo le statistiche diffuse da Assogestioni, il principale contributo al risultato è arrivato dai fondi aperti che hanno portato in dote 17,1 miliardi, mentre le gestioni di portafoglio si sono fermate a 3,1 miliardi. A fine giugno il patrimonio ha toccato il nuovo record storico raggiungendo quota 2520 miliardi, gestiti prevalentemente dalle gestioni collettive (51,2%).

I fondi aperti

La categoria che ha raccolto di più è stata quella degli azionari, ma con un ridimensionamento rispetto a fine marzo (8,4 rispetto a 13,1 miliardi). Restano comunque i prodotti che da inizio anno si sono comportati meglio (21,5 miliardi). La crescita più significativa nei flussi rispetto al trimestre precedente l’hanno ottenuta i bilanciati (da 4,3 a 7,7 miliardi), ma hanno migliorato le posizioni anche gli obbligazionari e i flessibili il cui rosso è meno cupo (da -2,7 miliardi agli attuali -918 milioni). I monetari, infine, sono tornati in territorio negativo passando da 1,4 miliardi a – 969 milioni.

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Le società

Tra i protagonisti del settore Intesa Sanpaolo ha ottenuto il risultato migliore con una raccolta di 3,6 miliardi, seguita a breve distanza da BlackRock (3,4 miliardi), da Poste Italiane (3,1 miliardi) e da Amundi (2,9 miliardi). Conti in rosso, invece, per il gruppo Generali (-3,6 miliardi) «il risultato di raccolta registrato dal Gruppo Generali – spiega la società in una nota – è dovuto sia a ribilanciamenti nei portafogli di clienti istituzionali che a deflussi sui fondi monetari all’interno dei mandati assicurativi in gestione».

I Pir e i fondi etici

Da segnalare il ritorno in territorio positivo dei piani individuali di risparmio che hanno raccolto 106 milioni, portando così il patrimonio gestito a 19,7 miliardi. Arca e Lyxor, rispettivamente con 39 e 31 milioni hanno ottenuto i risultati migliori. Dal versante dei fondi sostenibili, infine, la raccolta complessiva del trimestre è positiva per 18,2 miliardi mentre il patrimonio è pari a 334 miliardi.