Covid: ordinanza differisce la riapertura degli impianti sciistici al 18/1

Il ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza con cui si differisce la riapertura degli impianti sciistici al 18 gennaio 2021. Lo rende noto il ministero della Salute. Nei giorni scorsi le regioni e le province autonome avevano chiesto, attraverso una lettera del presidente della conferenza Stefano Bonaccini, un rinvio della riapertura in vista di un allineamento delle linee guida al parere espresso dal Comitato tecnico-scientifico.
   

Gatsby e Mrs Dalloway “liberi”, scade il copyright

 Nuova vita nel 2021 per molti giganti della creatività del Novecento: a Capodanno capolavori usciti nel 1925, dal “Grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald a “Mrs. Dalloway” di Virginia Woolf, ma anche musica di Duke Ellington, “Fats” Waller e Irving Berlin e il classico del muto “Go West” di Buster Keaton sono entrati nel pubblico dominio.
    E’ un terremoto annuale dalle profonde conseguenze, perché permette, tra l’altro, di leggere queste opere liberamente su piattaforme web come Google Books ma anche di dar vita a nuove versioni basate sui classici senza che i nuovi autori diventino bersaglio di cause legali. Era successo nel 2002 con il bestseller “Orgoglio e Pregiudizio e Zombie” e si ripetera’ martedi 5 gennaio con “Nick”, il “prequel” del “Grande Gatsby”: la trama ideata dallo scrittore Michael Farris Smith punta stavolta sulla vita di Nick Carraway, la voce narrante nel classico di Fitzgerald, prima dell’incontro con l’enigmatico Jay Gatsby, futuro vicino di casa a Long Island. Altri capolavori del 1925 “liberati” per Capodanno includono “Manhattan Transfer” di John Dos Passos, “In Our Time”, il primo romanzo di Ernest Hemingway, “Foglie Secche” di Aldous Huxley e “il Velo Dipinto” di W. Somerset Maugham. Inclusi nell’uscita dal copyright sono anche molti scritti del movimento dell’Harlem Renaissance tra cui la fondamentale antologia “The New Negro” di Alan Locke che includeva brani di autori afro-americani come Zora Neale Hurston, Countee Cullen e W.E.B. DuBois.
    Tra le altre opere da poche ore fuori da copyright ci sono, oltre a “Go West”, classici del cinema muto come la commedia “Lovers in Quarantine”, il cui soggetto a 95 anni di distanza risuona stranamente attuale nei mesi del “lockdown”. In musica, perdono la protezione capisaldi del jazz come “Sweet Georgia Brown” e brani di Ma Rainey e Bessie Smith, l'”Imperatrice del Blues” oltre a “Always” di Irving Berlin e “Manhattan” di Lorenz Hart e Richard Rodgers. Tutti capolavori su cui il copyright era stato prorogato di altri vent’anni (da 75 a 95) nel 1998 con una legge del Congresso ribattezzata dagli scettici il “Mickey Mouse Protection Act”: era stata infatti approvata dietro pressioni della Disney per tenere sotto diritti di autore fino al 2024 “Steamboat Willie”, il primo film con Topolino protagonista.
    (ANSA).
   

Giovanna Botteri, dalla Cina una donna protagonista

Dai servizi per Samarcanda alle guerre seguite come inviata, Giovanna Botteri è da sempre abituata ad essere al centro della notizia scomoda, ma nel passaggio dagli Usa alla Cina lo scorso dicembre non poteva immaginare cosa si sarebbe trovata a fronteggiare. Un anno storico il suo, giustamente riconosciuto dal Premio Ischia e dalla presidenza del Luchetta, che la vede persino ritratta dalla street art. Importante anche per la polemica e la solidarietà scatenata dalla sua immagine che l’ha messa al centro del dibattito sulla libertà delle donne. Per tutto questo è stata sicuramente la giornalista dell’anno. ”Tutto è legato in qualche modo. Ho raccontato la Cina dove tutto è nato e tutta questa polemica su capelli e magliette è esplosa nel momento in cui gli italiani erano tutti a casa in pigiama, con i parrucchieri chiusi, con il computer vicino al letto Ho anticipato una cosa che appartiene a tutti”, racconta in un’intervista all’ANSA. Che cosa è cambiato in lei dopo tutto ciò che è successo? ”Nessuno esce da quest’anno senza essere cambiato, è impossibile. Per me certo è stato molto più traumatico. In Cina mi sono stabilita ad agosto, arrivavo dall’America a Pechino e verso dicembre sono cominciate le prime strane cose. Abbiano iniziato a vedere su we chat le notizie della polmonite misteriosa, con i medici di Wuhan che raccontavano. Poi a gennaio l’accelerazione, i primi morti ma non si sapeva praticamente nulla. Con le prime vacanze dell’anno del Topo, molto simbolico nella storia cinese, tutto è precipitato. In Italia quando è arrivata l’avevi in qualche modo già vista, mentre per noi in Cina era qualcosa che non avevi idea di cosa fosse. Sono stati momenti di panico e abbiamo vissuto la paura. Io avevo solo due tecnici che si alternavano tra casa e in ufficio senza vedere mai nessuno, in un paese straniero, mentre organizzavano i lazzaretti. E’ stata dura. Poi dopo due mesi è arrivata in Italia in Europa”. Eppure lei si è trovata spesso in situazioni pericolose, in zone di guerra. ”Ho fatto l’inviata di guerra molte volte, da Sarajevo all’ex Jugoslavia, ma tu coprivi il servizio poi tornavi a casa nella tua normalità. Questa volta non c’era più nessun angolo di terra in cui tornare nella tua normalità, ed è la prima volta in cui questo succede. Con distanze impossibili da percorrere, confini che si chiudono e il vero isolamento”. Poi mentre il mondo cadeva in pezzi è esplosa la polemica sul suo modo di vestire, sui capelli naturali, sulla sua immagine. ”Io non sono sui social. Ero lontanissima, stavo lavorando, non ho avuto la percezione di quello che stava accadendo. Poi ad un certo punto uomini e donne, giovani e vecchi mi hanno scritto, parlando non di me ma di loro stessi, di quanto di loro vedevano messo in gioco in quella precisa situazione. Io non c’entro niente quasi in questa storia che è semplicemente capitata nel momento in cui una società si interroga su stessa e sui modelli che si rivelano, delle gabbie in cui non vuole più essere. Sei chiuso in casa, la gente ti muore intorno, non vuoi saperne nulla. E’ il momento di discutere di noi stessi e di sentirci accettati”. Quello che è accaduta ha cambiato qualcosa nella sua percezione di se stessa? ”Cambiare cosa vuol dire? Non mi sono colorata i capelli e non indosso abiti firmati. Credo che sia un diritto di ognuno di noi di esprimersi al meglio, essere quello che siamo. Ho colleghe geniali e preparate che indossano tacchi a spillo ed hanno i capelli sempre perfetti, Non deve essere nemmeno il modello opposto ma solo come meglio ti senti. Io faccio la giornalista non faccio la soubrette, e cerco di essere vestita in modo civile e decente ma da professionista che lavora. Sono una giornalista, scrivo, lavoro, faccio reportage, il mio lavoro è tutto qui: andare in televisione, essere al mio posto. Da me la gente non si aspetta pettinature hollywoodiane, si aspetta di sapere le notizie, di sapere quello che sta succedendo”. Che significa per lei guardare avanti al 2021, visto che ha una figlia, anche pensando a sua figlia. ”Io penso che questa dei giovani è la grande parte che forse noi abbiamo mancato come narrazione nel 2020 perchè in qualche modo abbiamo raccontato una pandemia dalla parte dei deboli e visto i giovani come entità strana, quelli che non si ammalano, gli untori criminalizzati. In realtà è una generazione che ha vissuto un momento storico di enorme importanza, si sono ritrovati chiusi a casa senza scuola insieme ai genitori in smart working. Credo che nel 2021 questa generazione che rappresenta una fascia della società così colpita verrà fuori con le sue esigenze, la sua rabbia e dovremo farci i conti, da pagare in modo brutale. Il 2021 non si preannuncia molto più facile, almeno fino all’estate la strada è tutta in salita. Bisogna fare appello al cuore bianco, al meglio che c’è in tutti noi per superare questo momento. Serve altruismo, generosità, capacità. Credo che di questo 2020 ci porteremo tutti i disastri nel 2021 e lì si giocherà la nostra capacità di essere paese, cittadini, genitori ed essere una società capace di riassumere i valori del passato e del futuro per un presente molto difficile” ”Una cosa che mi colpisce molto è che la stampa cinese quando parla del fatto che l’Oriente non ha avuto una seconda ondata, dice che troppa libertà in questi casi finisce per essere un handicap, perchè l’invasività necessaria ad evitarla in un Occidente libero non può essere applicata. Ecco penso che dovremo fare i conti col prezzo che paghiamo per libertà e democrazia. Rivendico il diritto ad essere liberi ed anche sani ed è vero quello della libertà individuale è un grande tema. Ci stiamo autocostringendo per il bene di tutti, ed i giovani sentono sulle loro spalle il peso del futuro di un’intera società”. Sul piano personale che cosa chiede al 2021? ”Sul lavoro sento il bisogno di riavvicinarmi a casa, in un momento in cui diventa così difficile stare lontani. Ho sempre vissuto il mondo e le distanze come sfida divertente ora mi sembrano penalizzanti per gli affetti, per l’isolamento. Per il 2021 cercherei una strada che mi porti non così tanto lontana da casa”.
   

‘Lotteria per i vaccini in alcune rsa’, bufera in Germania

Una vera e propria lotteria per decidere chi vaccinare in alcune case di riposo in Germania. La denuncia l’ ex segretario di Stato alla sanità Stoppe, con un tweet in cui racconta una vicenda che riguarda sua madre di 88 anni, ospite di una struttura per anziani a Francoforte. Per far fronte alla carenza di dosi, si è deciso di estrarre a sorte chi potrà essere vaccinato per primo.La denuncia ha scatenato una bufera di polemiche e la scoperta che lo stesso sistema si usa anche in altre case di cura in Germania.

Francia: finito dopo 2 giorni il maxi rave con 2.500 persone

E’ finita nelle prime ore di oggi, dopo due giorni, il maxi-rave organizzato nel nordovest della Francia a cui hanno partecipato oltre 2.500 persone provenienti da varie regioni del Paese e anche dall’estero. Assembramenti di questo tipo sono vietati in Francia, come quasi in tutto il mondo in questo momento, per contenere la diffusione del coronavirus, ma la polizia non è riuscita a fermare la festa, iniziata giovedì scorso e tenuta in due capannoni di Lieuron, una cittadina a sud di Rennes, in Bretagna. All’arrivo dei gendarmi la sera di capodanno la reazione dei partecipanti al rave è stata infatti violentissima: una volante della polizia è stata bruciata, altre due danneggiate e contro i poliziotti sono state lanciate bottiglie e pietre.

La prefettura locale ha fatto sapere oggi che nei capannoni ora tutto tace e che la gente ha cominciato a lasciare il sito prima dell’alba. Questa volta “non c’è stato alcun intervento da parte delle forze di sicurezza”, ha sottolineato la prefettura in un comunicato, aggiungendo però che la polizia sta controllando tutti coloro che lasciano la zona. Il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha spiegato in un tweet che la massiccia presenza della polizia ha messo fine alla maxi-festa “senza violenza”. 

Covid: Crisanti vaccinato a Padova, ‘è momento di svolta’

Il professor Andrea Crisanti si è sottoposto stamani alla vaccinazione contro il Coronavirus, nel corso di una cerimonia pubblica trasmessa in diretta Facebook nell’Azienda Ospedaliera di Padova. “Non sono mai stato contrario – ha detto, prima di sottoporsi all’iniezione – ma avevo detto che aspettavo il conforto di avere informazioni scientifiche. C’è stato qualche problema di trasparenza ma è stato risolto con la condivisione dei dati, quindi è il momento di testimoniare con la consapevolezza che è un momento di svolta. I vaccini sono sicuri, e ci sono e saranno diversi tipi di vaccinazione”, ha concluso.  
   

Morto Marco Formentini, primo sindaco leghista di Milano

 E’ morto a Milano Marco Formentini, il primo e unico sindaco della Lega del capoluogo lombardo in carica dal 1993 al 1997. Ne dà notizia Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Formentini aveva 90 anni ed era malato da tempo.
    Prima di diventare sindaco, Formentini venne eletto deputato sempre nelle file della Lega ed è stato poi anche eurodeputato per dieci anni, non tutti nelle file del Carroccio che lasciò per passare ai Democratici. 
   

Usa: via libera all’esecuzione della prima donna in 70 anni

Una Corte d’appello americana ha dato il via libera all’esecuzione di Lisa Montgomery, l’unica donna attualmente nel braccio della morte nel Paese: se l’applicazione della condanna avrà luogo, il 12 gennaio, Montgomery diventerà la prima detenuta in un carcere federale ad essere giustiziata in quasi 70 anni.
    Alla donna era stata inflitta la pena capitale per avere strangolato nel 2004 una signora incinta ed estratto il feto dal suo corpo, che poi aveva rapito.
    Secondo quanto riportano i media internazionali, l’esecuzione era stata fissata originariamente per il mese scorso, ma era stata sospesa dopo che uno degli avvocati della donna si era ammalato di Covid. Il dipartimento di Giustizia aveva poi fissato la nuova data al 12 gennaio, ma i legali della Montgomery avevano argomentato che la data non poteva essere fissata mentre era in vigore una sospensione dell’esecuzione.
    Un giudice di un tribunale minore aveva quindi dato ragione alla difesa, ma ieri tre giudici della Corte d’appello di Washington DC hanno annullato la sua decisione, dando il via libera all’esecuzione. I legali della donna hanno già annunciato che presenteranno un’istanza contro la loro decisione.
    L’ultima donna ad essere giustiziata dal governo americano è stata Bonnie Heady, morta in una camera a gas nel Missouri nel 1953. 
   

De Cataldo mette all’opera Spinori

GIANCARLO DE CATALDO, ”UN CUORE SLEALE” (EIANUDI, pp. 246 -17,00 euro).
    Un mare invernale, grigio e dalle onde alte sotto un cielo, nei giorni tra Natale e capodanno, umido e nuvoloso, salvo qualche squarcio da cui fa capolino un sole fiacco è lo sfondo di questo romanzo, quasi la scenografia dipinta di un’opera, visto che il protagonista è sicuro che la vita sia un melodramma, una storia seria con al centro i grandi temi dall’amore al potere alla morte, cui la musica regala momenti di verità.
    Il sostituto procuratore Manrico Spinori, che Giancarlo De Cataldo sta avviando a divenire un personaggio seriale come quelli di tanti suoi colleghi, ponendolo al centro di un secondo romanzo, a pochi mesi da ”Io sono il castigo”, è così caratterizzato da questa sua passione, quasi un’ossessione attraverso cui leggere la realtà e i casi che gli capita di dover affrontare per lavoro, tanto che ha la sicurezza di aver trovato la soluzione di un caso solo quando questa coincida con i temi e gli avvenimenti di un’opera lirica precisa, che, come scopriremo alla fine, trattandosi di una ”storia di maschere e di intrighi, di tradimento, di slealtà”, di un regicidio, sarà il verdiano ”Un ballo in maschera”.
    Manrico Spinori della Rocca poi, magistrato e uomo tutto d’un pezzo che, quando un capo gli vuole sottrarre un’indagine, protesta mettendosi subito in ferie e compilando la domanda di trasferimento, viene umanizzato dall’avere una ex moglie che vive in America, un figlio, e una relazione con Maria Giulia (naturalmente conosciuta una sera a teatro), e colorito dall’essere di famiglia nobile, tanto che è detto ”il contino”, ma decaduta, anche per colpa della madre ludopatica, donna Elena servita dal fedele cameriere Camillo, accondiscendete per affetto, che si è giocata quel che restava del patrimonio. E se questo è il protagonista, che come ormai in molti romanzi gialli è un magistrato che conduce le indagini di persona, quasi fosse un commissario di polizia, la vittima è Ademaro, dal nome verdiano anch’essa (il primo dal ”Trovatore”, questo dalla ”Gerusalemme”), ma dal cognome molto più popolare, Proietti, per riportarci alla realtà romana e a quella Roma corrotta, popolaresca, intrigante e sempre più violenta che è lo sfondo prediletto dei grandi racconti a tinte nere di De Cataldo.
    Proietti è un palazzinaro le cui fortune, come speso accade, hanno inizi assai poco limpidi, ma ha saputo poi accrescere con abilità sino a divenire uno dei moderni re della città. Durante una gita a Ponza in barca, un lussuoso Yacht di 60 metri battezzato Chiwi (dalle inziali di due mitici giocatori della Lazio, Chinaglia e Wilson) dove era in compagnia dei tre figli e del genero, marito della figlia, oltre al capitano e un marinaio, scompare in mare di notte dopo avere molto bevuto, mentre tutti erano nelle loro cabine a dormire. L’ipotesi dell’incidente è da subito la più accreditata, da Spinori e gli altri Pm allertati attorno al caso, perché è difficile stabilire di chi sia la competenza territoriale non sapendo in quale punto preciso sia avvenuta la sparizione. Ma a collaborare con lui, oltre a Gavina Orru, maga del web e dei Pc, e alla segretaria Brunella Vitale, divisa tra il lavoro e i suoi guai matrimoniali, c’è la romanissima, un metro e ottanta di tatuaggi e muscolatura da karateka, ispettrice di polizia Deborah Cianchetti, che ha sempre una curiosità e un sospetto in più.
    Questi troveranno conferma quando le onde rigetteranno a riva il cadavere del povero Proietti e l’affascinante anatomopatologa Stella, che arriva sempre in sella alla sua grande moto, avrà compiuto la propria indagine.
    Se di delitto, come pare, si tratta, allora l’assassino, come nella più classica delle situazioni, non può che essere uno di coloro che erano in barca quella notte al largo delle coste laziali. E così, andando a fondo e sollevando veli, ecco che vengono alla luce veleni, odi, ambizioni e avidità conditi dalla necessaria nota sessuale, di una famiglia (e un’impresa) assai diversa da quel che appariva all’esterno, e ci vuole l’intuito, la conoscenza per trame e risvolti psicologici di cui la finezza del racconto di De Cataldo ha dotato il nostro melomane Manrico, per scartare le false piste e, prendendosela con certi aspetti dell’attività giudiziaria, dell’informazione e la volgarità e miseria della società odierna, arrivare a una precisa conclusione, in cui sono coinvolti anche altri inquietanti personaggi tutti femminili, da un avvocato a un amministratore delegato. (ANSA).
   

Capodanno: concerto Fenice, 4,3 mln spettatori e 24,1% share

(ANSA) – VENEZIA, 02 GEN – Il Concerto di Capodanno 2021
della Fenice in diretta su Rai1 ha raggiunto il 24.1% di share e
4.353.000 spettatori, confermandosi lo spettacolo di musica
classica più seguito della televisione italiana. Lo rende noto
oggi la Fondazione lirica veneziana.
    Il successo è stato netto anche sul web e sui social network:
nella tarda mattinata di ieri sono stati numerosissimi gli
utenti del sito (1200 visite contemporanee) e i follower di
Twitter; grazie al live twitting, l’hashtag ufficiale
dell’evento #capodannofenice si è posizionato nella trending
topic Italia con 4.000 tweet generati dai follower e con 2
milioni di visualizzazioni. Instagram ha registrato un
engagement del 4%, con circa 10 mila like ai post di lancio e
10.000 visualizzazioni delle storie, comprese quelle inviate da
casa dai follower della Fenice poi ricondivise sul profilo
ufficiale del Teatro. Anche sulla pagina Facebook il riscontro è
stato forte, con 900 condivisioni dei post di lancio a
cominciare dalla conferenza stampa di presentazione del concerto
e 24 mila visualizzazioni dei video. (ANSA).