Verdone si apre ai ricordi, show al Salone del Libro

“Siamo spesso un paese cialtrone, caotico, fanfarone, ma questa volta, con il Covid, stiamo stati bravi, più di tanti altri paesi che ora stanno molto peggio di noi. Ho sentito proprio in questi giorni un mio amico che vive in Romania dove si sono vaccinate solo il 50% delle persone e hanno le terapia intensive piene. Per carità, io rispetto chi il vaccino non lo vuole proprio fare, ma ho smesso di parlare con loro, come si fa? Stanno fermi sulle loro idee, non c’è nulla da fare. Per altro è difficile parlare con chi crede che col vaccino ti mettono un microchip”. E’ un fiume in piena Carlo Verdone quando inizia a parlare al Salone del Libro, in un Auditorium gremito, centinaia di persone per ore in coda per assistere al dialogo con il direttore della Stampa, Massimo Giannini. L’attore e regista ha raccontato l’origine del suo ultimo libro, ‘La carezza della memoria’ (Bompiani), nato proprio in tempo di Covid. “Dovevo scrivere questo libro per Bompiani da 9 anni – ha raccontato Verdone – ma ho preso a scriverlo quando è cominciato il lockdown, quando mi sono chiuso in casa come tutti. Con il mio dolore alle anche e pure un po’ di amarezza per il momento che stavamo vivendo. Ho cominciato ad aprire uno scatolone con vecchi, vecchissimi ricordi, ed è nato il libro, un paragrafo per ogni oggetto importante di quello scatolone. Ecco: questo libro mi rappresenta più dei miei film. Ci sono proprio io lì dentro, non l’ho scritto tanto per scrivere, che senso avrebbe avuto? I film, anche quelli in cui uno è più se stesso, sono sempre un compromesso con il produttore, nella scrittura uno è completamente libero”. L’incontro, continuamente interrotto dagli applausi e dalle risate, ha visto un Verdone generoso, in piena sintonia con il pubblico. Ha raccontato aneddoti della suo lavoro e della sua vita privata, tra cui l’incontro, a 23 anni quando frequentava la facoltà di Lettere a Roma, con una prostituta, Maria F, “un incontro che mi ha toccato tantissimo e che più volte ho pensato di far diventare un film, interpretato da me, ma adesso sono vecchio, quella parte non la potrei più fare. Vediamo che succederà”. Prima di salutare, Verdone ha voluto ricordare un capitolo del libro a cui è particolarmente legato, ‘La signora Stella’, in cui racconta l’incontro con una malata terminale che ha chiesto di vederlo per ringraziarlo dei suoi film. “Ho capito in quel momento quanto è importante il nostro lavoro, se fatto con amore e serietà. Di quanto può comunicare alle persone’. A quel punto tutto il pubblico si è alzato in piedi. Standing ovation. “Grazie ragazzi, alla prossima, bellissima Torino”