Vaccino, il 27 è V-day: prima vaccinata infermiera che cura a casa anziani

Ha 29 anni è romana e lavora presso il reparto malattie infettive dello Spallanzani, ma in questi mesi di emergernza Covid ha anche curato presso il loro domicilio molti anziani. Si chiama Claudia Alivernini la prima infermiera che sarà vaccinata all’Istituto Nazionale di Malattie Infettiva Lazzaro Spallanzani, in occasione del V-Day il 27 dicembre. 

I primi vaccinati saranno gli italiani simbolo della lotta al Covid. Dopo il via libera dell’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) all’immissione in commercio del vaccino Pfizer Biontech ora in Italia si attendono le 9.750 dosi che arriveranno il 26 dicembre per essere subito disponibili il giorno dopo, 27 dicembre, per il V-day, in cui in tutta Europa partirà la campagna vaccinale. In cima alla lista delle somministrazioni in Italia ci saranno una giovane infermiera, un operatore socio sanitario impegnato nei reparti Covid, una ricercatrice e due medici, tutti dell’Istituto Spallanzani di Roma e tutti da subito in prima linea a fronteggiare l’emergenza della pandemia. In vista di domenica prossima ci sono procedure che si stanno mettendo a punto per avviare ufficialmente anche nel nostro Paese la controffensiva al virus.

La Difesa gestirà la logistica fin da subito. “Su richiesta del commissario Domenico Arcuri abbiamo dovuto pianificare con urgenza la distribuzione del vaccino Pfizer”, spiega il generale Luciano Portolano, comandante del Coi, il Comando operativo di vertice interforze, rivolgendosi al Presidente della Repubblica durante il tradizionale saluto di fine anno con i militari. Così, nella notte tra il 25 e il 26 dopo essere partiti dal Belgio i tir della casa farmaceutica, contenenti le celle frigorifere con le prime 9.750 fiale a -75 gradi, varcheranno i confini italiani.

Da allora saranno scortati dai carabinieri fino all’ospedale Spallanzani di Roma, che per l’occasione sarà adibito ad hub centrale. Qui i vaccini verranno divisi in venti confezioni, una per ogni regione. A questo punto entreranno in campo le Forze armate che, con i propri mezzi, distribuiranno le dosi in tutta Italia in modo da permettere “all’intero Paese – affermano dallo Stato maggiore della Difesa – di partecipare al Vaccine day europeo del 27 dicembre”. Dalla capitale, se la tratta è entro 300 chilometri, il vaccino verrà trasportato con diversi veicoli delle forze armate, tra mezzi leggeri e autocarri ad uso tattico logistico, gli stessi modelli visti per le strade di Bergamo nei momenti più difficili dell’emergenza Covid in Italia. Per tutte le altre regioni più distanti, invece, i vaccini saranno stoccati nell’hub centrale di Pratica di Mare e da qui le scorte saranno caricate su elicotteri o aerei per raggiungere le varie destinazioni (i primi 21 siti nazionali). I trasferimenti impegneranno gli uomini delle Forze Armate per l’intera giornata e la notte del 26, affinché tutte le dosi giungano nei centri dove verranno somministrate entro le 7 del 27 dicembre. Domenica – con ogni equipe composta da sei persone – medici e specializzandi vaccineranno il personale sanitario. A ringraziare la Difesa per il “ruolo prezioso e determinante” nelle attività “fondamentali connesse alla gestione della campagna vaccinale” è lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha espresso “riconoscenza a nome della Repubblica a tutti gli appartenenti alle forze armate, ai corpi militari dello Stato e ai loro familiari”. “Grato” si è detto anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Quello di domenica sarà solo un gruppo limitato di operatori sanitari che raggiungerà all’incirca il milione di lavoratori della categoria nel mese di gennaio. Poi si passerà alle persone nelle Rsa, nel Lazio già dalla prossima settimana. Successivamente le popolazioni a rischio, anziani o soggetti con specifiche patologie.

“È ancora dura, ma ora abbiamo un’arma in più. Forza”, scrive il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook dopo l’ok dell’Agenzia Italiana del Farmaco al siero Pfizer Biontech. I numeri fanno ben sperare sulla volontà degli italiani di vaccinarsi. I dati di una ricerca coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità- dice il presidente Silvio Brusaferro – mostrano “un atteggiamento di responsabilità degli italiani”: è emerso infatti che due persone su tre (il 67%) sono disponibili a vaccinarsi, la percentuale sale tra gli anziani (84%). I più giovani, 18-34enni, sarebbero ben disposti a vaccinarsi (76%) rispetto ai 50-69enni (67%) e ai 35-49enni (59%). Ora è tutto affidato anche alla campagna vaccinale, con i cinque personaggi simbolo di questa lotta: un’infermiera, due medici, una ricercatrice e un operatore, gli italiani in trincea in questi lunghi mesi. I veri influencer contro il virus.