Papa: in nome di Dio chiedo, date vaccini, condonate i debiti

Cambiare “i nostri modelli socio-economici, affinché abbiano un volto umano, perché tanti modelli lo hanno perso”. Lo ha detto il Papa in un Messaggio all’incontro dei Movimenti Popolari. “A tutti voglio chiedere in nome di Dio. Ai grandi laboratori, che liberalizzino i brevetti. Compiano un gesto di umanità e permettano che ogni Paese, ogni popolo, ogni essere umano, abbia accesso al vaccino“. “Voglio chiedere, in nome di Dio, ai gruppi finanziari e agli organismi internazionali di credito di permettere ai Paesi poveri di garantire i bisogni primari della loro gente e di condonare quei debiti” fatti contro gli interessi dei popoli. 

I cambiamenti legati alla pandemia debbono spingere a non tornare agli schemi del passato. Parlando ai Movimenti Popolari, e facendo riferimento all’ultimo incontro di sei anni fa, il Papa ha sottolineato: “In questo tempo sono successe molte cose, tante sono cambiate. Si tratta di cambiamenti che segnano punti di non ritorno, punti di svolta, crocevia in cui l’umanità è chiamata a scegliere“. Occorre che “il mondo intero” trovi “momenti per riflettere, discernere e scegliere. Perché ritornare agli schemi precedenti sarebbe davvero suicida e, se mi consentite di forzare un po’ le parole, ecocida e genocida. Sto forzando!”.

 Per cambiare il modello economico occorrerebbe introdurre “il salario universale e la riduzione della giornata lavorativa”. “Un reddito minino o salario universale, affinché ogni persona in questo mondo possa accedere ai beni più elementari della vita”, è la proposta del Papa, ed “è compito dei Governi stabilire schemi fiscali e redistributivi affinché la ricchezza di una parte sia condivisa con equità”. Il Papa chiede poi di “lavorare meno affinché più gente abbia accesso al mercato del lavoro”. Il Papa le definisce “misure necessarie” ma “non sufficienti”.

“È necessario che insieme affrontiamo i discorsi populisti d’intolleranza, xenofobia, aporofobia, che è l’odio per i poveri, come tutti quelli che ci portano all’indifferenza, alla meritocrazia e all’individualismo, queste narrative sono servite solo a dividere i nostri popoli e a minare e neutralizzare la nostra capacità poetica, la capacità di sognare insieme”.