La Katerina di Janacek conquista l’Opera di Roma

Il destino tragico della Katerina di Leos Janacek ha conquistato il pubblico dell’Opera di Roma. Un lungo applauso ha salutato il 18 gennaio il soprano americano Corinne Winters, primadonna del capolavoro Kat’à Kabanovà del compositore ceco, e tutto il cast del dramma messo in scena per la prima volta nella capitale con la regia di Richard Jones e la direzione d’orchestra affidata al maestro americano David Robertson. L’ opera, realizzata in coproduzione con la Royal Opera House Covent Garden di Londra, ha rappresentato l’esordio vero e proprio alla guida del Lirico capitolino del sovrintendente Francesco Giambrone, che ha accolto tra gli ospiti il suo predecessore Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai, e il sindaco Roberto Gualtieri. Per Corinne Winters, interprete appassionata del personaggio travolto dai sensi di colpa, il calore manifestato dal pubblico del Teatro Costanzi conferma il successo che l’ estate scorsa al Circo Massimo ha caratterizzato il suo debutto con l’Opera di Roma in Madama Butterfly. Il dramma in musica raccontato in tre atti da Janacek, che ha firmato anche il libretto, è ispirato al testo teatrale L’uragano di Aleksandr Ostrovskij, e venne rappresentato in prima assoluta al Teatro Nazionale di Brno nel 1921.

La storia di Kat’à Kabanovà – ”una donna di ampie vedute in un mondo un po’ primitivo” così la descrive il regista – descrive la parabola di una figura mite che reagisce ai soprusi della suocera lasciandosi travolgere dall’ amore per il giovane Boris e dal rimorso per aver tradito il marito fino a uccidersi nel Volga. E’ un tradimento senza mai la speranza di momenti felici, segnato fin dall’ inizio dal peso della colpa e che quando sarà confessato pubblicamente dalla protagonista non farà che accelerare la sua fine. La stessa ambientazione moderna fredda e rarefatta in un luogo indefinito contribuisce a concentrare l’ attenzione su quanto accade ‘dentro’ i personaggi. Nella vicenda predominano le altre figure femminili, ben interpretate da Susan Bickley, perfida Kabanicha espressione delle convenzioni e dei condizionamenti sociali che si accanisce sulla nuora per umiliarla e isolarla, e da Carolyn Sproule, brava nel rendere la allegra sensualità di Varvara. Applauditi anche l’ amante Boris impersonato da Charles Workman, Julian Hubbard che ha dato voce e corpo al marito debole Tichon schiacciato dalla figura materna, Sam Furnes come Kudrias il compagno di Varvara, e Stephan Richardson nel mercante Dikoj che in passaggio del terzo atto considera gli uragani mandati da Dio ”come castigo per i nostri peccati”, evocando la tempesta interiore che annienterà la protagonista. Suggestiva la soluzione studiata per il suicidio nel fiume, Katerina scompare risucchiata nel vortice di persone intorno a lei. Consensi finali al regista, al direttore dell’ orchestra alle prese con una musica da lui stesso definita ”impegnativa”, al coro istruito da Roberto Gabbiani e all’ intero cast. Le repliche sono in programma venerdì 21, domenica 23, martedì 25 e giovedì 27 gennaio.