Egm ai raggi X: eViso segna un rialzo dell’ebitda del 40,1% a 3,3 milioni

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È una società di Information Technology o fa parte del settore Energia? Per eViso, che ha da poco festeggiato un anno di permanenza all’Euronext Growth Milan (dove ha debuttato il 30 dicembre 2020), il dubbio può sorgere, in quanto si descrive come una piattaforma di intelligenza artificiale che crea valore nel mercato delle commodities fisiche con consegna reale. Ma nel documento di ammissione indicava fra i suoi principali competitor i colossi dell’energia come Enel, Edison, Eni e Sorgenia.
In realtà…

Borsa, il 2022 inizia con un record (ma occhio alla rotazione)

Capodanno sui mercati

Prima seduta dell’anno in rialzo all’inseguimento del rischio. L’attenzione sui tassi reali riporta però a galla settori penalizzati in passato come banche e industriali.

di Maximilian Cellino

La Borsa, gli indici del 3 gennaio 2022

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Anno nuovo, vecchie abitudini. Mai però la continuità con il recente passato risulta così gradita agli investitori, che hanno ritrovato le Borse nella prima seduta del 2022 proprio come le avevano lasciate qualche giorno prima alla fine di un anno da incorniciare: in rialzo e pronte in molti casi a raggiungere nuovi primati. Lunedì 3 gennaio Milano ha infatti terminato in progresso dell’1,4%, con il FTSE MIB a 27.730 punti a un passo dai livelli raggiunti a metà novembre. Ancora meglio è andata all…

Bce in ritirata e incognita Quirinale: per i BTp si apre un anno di incertezza

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Se il 2021 è stato l’anno dell’effetto-Draghi e del grande sostegno della Banca centrale europea, il 2022 rischia di rivelarsi l’esatto opposto per il mercato dei titoli di Stato italiani. Perché da un lato la Bce a marzo terminerà il programma pandemico di acquisti di attività: dunque ridurrà in misura sostanziale il sostegno ai BTp. E, dall’altro, sul mercato inizia ad affacciarsi un’altra incognita: l’eventualità che Draghi venga eletto Presidente della Repubblica, lasciando Palazzo Chigi orfano…

Piazza Affari batte il Nasdaq: così Milano «rivede» i livelli pre-Lehman

Il bilancio del 2021

Il Ftse Mib chiude l’anno con un +23%, Parigi al top in Europa. Banche, auto, industria e costruzioni tornano a correre e sfidano il tech. Ma l’Italia resta Draghi-dipendente

di Maximilian Cellino

(Adobe Stock)

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4′ di lettura

Finché c’è Covid, c’è speranza. Parafrasare il titolo di una storica commedia all’italiana potrà apparire forse irriverente, di sicuro poco rispettoso delle milioni di vittime della pandemia, ma rende sicuramente bene l’idea di quale sia stato il comportamento dei mercati finanziari da quando il virus ha fatto irruzione nelle nostre vite quotidiane. I listini azionari, soprattutto, sono stati capaci di recuperare rapidamente lo shock iniziale e trarre da quello sbandamento la spinta necessaria per…

Fine ben intonata, ecco i livelli da monitorare sull’azionario nell’ultima settimana del 2021

ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùAnalisi dei mercati

Settimana di generali recuperi a partire dal Nasdaq (+3%) – Emergenti ancora sotto pressione

di Andrea Gennai

Fine d’anno ben intonata, ecco i livelli da monitorare sull’azionario nell’ultima settimana del 2021

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Settimana di generali recuperi a partire dal Nasdaq (+3%) – Emergenti ancora sotto pressione

di Andrea Gennai

Poste Italiane sceglie la certificazione Uni per i propri dipendenti

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  • Consulenza finanziaria
  • Financial planner
  • Consulenti non abilitati all’offerta fuori sede

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Poste Italiane dice addio all’Ocf (già da qualche anno per la verità) e sceglie la via della certificazione Uni. Sono infatti già quattro anni che non ci sono consulenti con mandato Poste negli Albi dell’Ocf. Come indicato da Poste Italiane a Plus24: «Per quanto riguarda l’iscrizione all’Albo unico dei consulenti finanziari, questa non risulta applicabile ai consulenti che operano per conto di Poste Italiane in quanto l’attività ad oggi, nell’ambito della prestazione del servizio di consulenza, si…

I gestori si avviano a chiudere l’anno con una raccolta intorno ai 90 miliardi

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2′ di lettura

I gestori archiviano il mese di novembre con una raccolta positiva per 7,7 miliardi di euro migliorando così il risultato di ottobre (6,4 miliardi) e portando il saldo dall’inizio dell’anno a 83,9 miliardi. Numeri di gran lunga superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando nelle casse dei gestori su base mensile entrarono 5,9 miliardi e dall’inizio del 2020 23,3. Dimostrazione che il risparmio gestito non ha sentito il peso dell’incertezza generata dal perdurare della crisi sanitaria. Anzi, nel corso di quest’anno sempre più risparmiatori si sono affidati ai gestori, nonostante l’ammontare di liquidità parecheggiato sui conti correnti sia ancora molto elevato (1.800 miliardi).

La crescita del patrimonio

In termini di masse il patrimonio complessivo dell’industria del risparmio gestito a fine novembre è salito a quota 2.574 miliardi con una rivalutazione del 7,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le gestioni collettive controllano il 51,5%, mentre quelle di portafoglio il restante 48,5, quindi senza grandi scostamenti rispetto alle rilevazioni precedenti.

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I fondi comuni

Sono stati ancora questi prodotti a portare il contributo principale al saldo globale dell’industria. I fondi aperti con un incasso di 3,5 miliardi hanno totalizzato più di quanto raccolto dalle gestioni retail e istituzionali insieme (3,2 miliardi). Vicino al miliardo, inoltre, il risultato conseguito dai fondi chiusi. Da gennaio a fine novembre, i gestori di fondi hanno rastrellato 59 miliardi, questo significa che oltre il 70% di quanto raccolto dall’industria dell’asset management in Italia arriva da questi strumenti. Tanto per avere un’idea del brillante andamento di questi prodotti nel 2021, da gennaio a novembre 2020 la raccolta si è fermata a 16 miliardi.

Le categorie

Sostanzialmente in linea con il dato di ottobre, anche a novembre gli azionari hanno ottenuto i maggiori consensi con 2,4 miliardi, seguiti a ruota dai bilanciati che hanno incassato 1,8 miliardi anche in questo caso replicando l’andamento del mese precedente. Tra gli azionari da segnalare l’andamento dei Pir che ha novembre hanno registrato una raccolta positiva per 172 milioni e hanno riportato il segno più al risultato da inizio anno (115 milioni). Conti in rosso per 1,2 miliardi per i monetari, mentre gli obbligazionari con un attivo di 254 milioni hanno più che compensato il deficit di ottobre. Anche da inizio anno sono gli azionari a tenere le redini del settore (30,4 miliardi), mentre i flessibili hanno chiuso la graduatoria delle categorie archiviando il periodo con un saldo negativo per 1,8 miliardi. Questi numeri non raccontano nulla di nuovo rispetto a quanto visto finora: la presenza dell’azionario nei portafogli degli investitori sempre più consolidata, un progressivo abbandono dei fondi monetari (evidentemente la liquidità viene lasciata sui conti correnti) e la tendenza a non delegare in toto le scelte di asset allocation al gestore.

Le società

A novembre tra i gruppi si sono messi in evidenza Amundi, Anima Holding e Poste Italiane che, grazie ai mandati istituzionali hanno raccolto rispettivamente oltre 2 miliardi. Inversione di marcia, invece, per Intesa Sanpaolo (-666 milioni) e per Jp Morgan Asset Management (-190 milioni). Per Generali il saldo è negativo per 1,3 miliardi causa come di consueto ai movimenti infragruppo.

Dal matrimonio tra Across e Widar nasce un big player nel mondo delle fiduciarie

I punti chiave

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Muove i primi passi una delle più grandi società fiduciarie d’Italia che avrà masse superiori ai 3 miliardi di euro. L’operazione è il risultato dell’acquisizione da parte della milanese Across Family Advisor, società indipendente, della società Widar Eurofid. L’avvio dell’operatività è previsto nelle prossime settimane.

Un nuovo attore nel mondo della gestione di ricchezze

Via libera di Banca d’Italia all’acquisizione da parte di Across Family Advisors dell’intero capitale sociale di Widar Eurofid e alla successiva fusione di quest’ultima con la controllata Across Fiduciaria. Dall’operazione nasce una delle maggiori società fiduciarie indipendenti iscritte all’albo 106 TUB, sezione speciale delle fiduciarie direttamente sottoposte alla vigilanza di Banca d’Italia.

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Le competenze delle due società saranno messe a fattor comune e la maggiore presenza sul territorio nazionale, consentiranno di offrire ai clienti le migliori soluzioni alle loro esigenze, mantenendo quel rapporto di fiducia che da sempre costituisce il punto di riferimento della nostra attività. Oltre all’incremento di clienti e masse amministrate, grazie alla menzionata operazione il gruppo Across potrà disporre di uffici operativi a Roma, che si uniscono a quelli già esistenti di Milano Torino Napoli e Forlì.La capogruppo Across Family Advisors partecipa direttamente ad Across Fiduciaria e Argos Trustees, società attive nell’erogazione di servizi fiduciari e di amministrazione di trust.

L’offerta dei servizi di gruppo si completa grazie al network di qualificati partner con cui vengono progettate e realizzate soluzioni su misura per tutte le esigenze di protezione, valorizzazione e trasmissione del patrimonio

Le fiduciarie in Italia

Attualmente in Italia ci sono oltre 235 Società Fiduciarie che fanno riferimento come al registro pubblico tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si dividono prevalentemente in due categorie: “dinamiche” e “statiche”.

Perché i tassi Usa stanno scendendo anche se la Fed ha annunciato tre rialzi?

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Il 15 dicembre c’è stata una svolta sui mercati finanziari. Il governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha dettato la nuova politica monetaria degli Stati Uniti, più restrittiva: gli stimoli monetari (quantitative easing) si azzereranno a marzo, in modo tale che la Fed possa procedere ad alzare tre volte il costo del denaro nel 2022, a cui dovrebbero seguire altri tre rialzi nel 2023.

A caldo, come logica vuole, i tassi sul mercato secondario sono saliti, andando ad aggiornare il nuovo scenario. I titoli di Stato a due anni si sono portati fino allo 0,7% con i decennali all’1,5%.

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Tuttavia nelle giornate successive i rendimenti dei treasuries hanno ripreso la via del ribasso, tanto che lunedì 20 il due anni era allo 0,6% e il decennale all’1,37%. Quando i tassi scendono vuol dire che gli investitori stanno comprando, facendo salire i prezzi, che si muovono in direzione opposta rispetto ai rendimenti.

La Fed arretra, i mercati comprano

Il tutto suona un po’ strano: come mai i mercati stanno comprando titoli di Stato Usa proprio nel momento in cui la Federal Reserve ha annunciato una parziale ritirata con annesse strette monetarie a venire?

Ci aiuta a rispondere Piergiacomo Braganti, director research di WisdomTree Europe. «L’acquisto delle ultime sedute è dovuto principalmente a tre motivi. Va detto che i gestori ormai considerano i bond governativi più come una forma di protezione durante le fasi di incertezza che non come un asset che porti performance al portafoglio. Questo spiega – sottolinea Braganti – come mai, in questa fase di aumento di volatilità e di forti vendite sulle azioni categoria beta da parte degli istituzionali, i capitali abbiano trovato sbocco nei titoli di Stato Usa».