Coronavirus: tre positivi a bordo di due navi da crociera

   Relativamente alla situazione medica a bordo delle navi Costa Deliziosa e Costa Favolosa, Costa Crociere conferma che “grazie alla costante applicazione dei protocolli sanitari per l’imbarco e l’impiego a bordo dei suoi membri dell’equipaggio” sono stati individuati 3 casi positivi al tampone tra i marittimi attualmente a bordo di queste navi.

    Al momento, scrive la compagnia “i tre sono in isolamento e in buone condizioni di salute”. Costa Crociere, rimanendo in stretto contatto con le Autorità sanitarie competenti, “segue attentamente l’evolversi della questione e, di comune accordo con quest’ultime, valuterà ulteriori azioni da intraprendere nei prossimi giorni”.  

Amoruso, ‘Sirley’ romanzo formazione femminile

 ELISA AMORUSO, ‘SIRLEY’ (FANDANGO LIBRO, PP 176, EURO 15,00). Di storie su ragazzi che diventano uomini ce ne sono tante, di racconti sul passaggio femminile dall’infanzia all’adolescenza meno. Con il romanzo di formazione ‘Sirley’, in uscita il 6 agosto, la sceneggiatrice e regista Elisa Amoruso ha scelto di affrontare questo momento senza filtrarlo attraverso lo sguardo maschile, il confronto con l’uomo, ma mettendo al centro della narrazione una ragazzina, Nina, che fa il salto nel mondo dei grandi confrontandosi con la madre e con una coetanea, la Sirley del titolo.
    Il tutto sullo sfondo delle palazzine della periferia romana, alla fine degli anni’80, quando ancora si cresceva un po’ da soli e si diventava genitori imparando dall’esperienza e non da manuali. In copertina, due ragazzine in costume, in acqua, si tengono per mano: è un fotogramma di ‘Maledetta primavera’, il film legato al libro, in uscita in autunno, con Micaela Ramazzotti nei panni della mamma sempre indaffarata e innamorata di un marito affascinante e inaffidabile, interpretato da Giampaolo Morelli. Federico Ielapi, il ‘Pinocchio’ di Garrone, è invece Lorenzo, il fratello minore di Nina, che lo sorveglia come una seconda mamma perché il seienne è capace di mettere la mano sul fornello e la lingua nel freezer per vedere l’effetto che fa.
    “Il romanzo ha una forte matrice autobiografica – racconta Elisa, autrice e regista di ‘Chiara Ferragni: Unposted’ – i genitori sono i miei e pure il fratello, che allora era problematico e sensibile. Oggi verrebbe portato dallo psicologo, ma all’epoca si crescevano i figli in maniera più casuale e questo è uno dei tratti distintivi del libro, di un’epoca in cui i conflitti si gestivano all’interno della famiglia, senza l’eccesso di attenzione sui bambini che c’è oggi”. Così Nina, che a 11 anni cambia quartiere, passando da una bella casa in centro a un appartamento in un palazzone di periferia, e trascorre le sue giornate tra scuola, lezioni di danza e fratellino, sente di non essere vista dalla madre, che è presa tra il lavoro, le liti con il marito, le preoccupazioni per il figlio minore. E quella mancanza di affetto che sente, quello sguardo che le manca per essere vista lo trova in Sirley, che ha tredici anni, abita nel palazzo di fronte, viene dalla Guyana francese e vuole interpretare la Madonna nella processione di quartiere. In lei “trova qualcuno – spiega l’autrice – che le restituisce una verità nel suo stare al mondo” e con lei scopre il desiderio, attraverso il quale arriva la consapevolezza del corpo, del diventare grande. Tra desiderio, delusione, tradimento, si sviluppa un’amicizia simbiotica, perché nei rapporti al femminile “l’identità dell’una inizia e finisce dove inizia quella dell’altra”.
    E tutto questo, nota Elisa, è ancora “poco raccontato, come se non trovasse un suo spazio, come se il racconto della donna passasse sempre attraverso lo sguardo dell’uomo, mentre il primo confronto che abbiamo è quello con la madre e poi con le amiche”. “Mi piace – aggiunge l’autrice – l’idea di rivolgermi soprattutto a un pubblico femminile, perché ci hanno ignorate per troppo tempo”. E se “nella vita si cresce sollevando gli altri”, per Elisa – mamma di una bambina di 5 anni e autrice di altri lavori al femminile come il documentario ‘Bellissime’ – è ora di farlo soprattutto tra donne, per “arrivare dove la società non ce lo consente”. (ANSA).
   

Castellitto è Eduardo e Trabacchi Primo Levi

 L’offerta della fiction Rai per il prossimo autunno sull’ammiraglia del servizio pubblico mette insieme due grandi serate evento, un film tv e una doufiction.
    “Natale in casa Cupiello”, forse una delle opere più famose di Eduardo De Filippo: Protagonista nei panni di Lucariello sarà Sergio Castellitto diretto da Edoardo De Angelis. Le riprese a Napoli, si parla di alcune scene girate sia in interni che in esterni nell’area di Via Tribunali.
    Altro evento una docufiction, in cui la finzione si intreccia con interviste e repertorio, ‘Questo è un uomo’ di Marco Turco con Thomas Trabacchi nei panni di Primo Levi; andrà in onda per il giorno della Memoria, il 27 gennaio. Prodotto da Mario Rossini per Red Film in collaborazione con Rai Fiction.
    E’ per ricordare la vita dello scrittore piemontese che ha raccontato l’orrore dei campi di concentramento e la tragedia della Shoah. Marzo 1982. Primo Levi passeggia in montagna quando si sloga una caviglia. È da solo, ferito, sull’orlo di un precipizio. Viene salvato da un uomo misterioso, che lo porta con sé nella sua baita, gli fascia la caviglia e gli dà ospitalità. È a lui che Levi racconta la sua storia: l’infanzia a Torino, la scuola, le leggi razziali e la breve parentesi nella Resistenza fino all’arresto avvenuto il 13 dicembre del 1943, con la decisione di dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano ed evitare così di essere fucilato. Primo Levi viene prima internato nel Campo di Fossoli, poi deportato ad Auschwitz il 22 febbraio del 1944, dove rimarrà fino al 1945. Quando torna a Torino, lo scrittore sente il bisogno di raccontare ciò che è accaduto ad Auschwitz e negli altri campi di concentramento nel libro Se questo è un uomo. L’opera, respinta dalla Einaudi, viene pubblicata da un piccolo editore e vende solo mille copie, ma riceve la bella recensione di Italo Calvino. Levi resta uno scrittore della domenica fino al 1956, quando il libro viene ripubblicato dall’Einaudi diventando un successo internazionale.
    E mentre racconta la sua vita, Levi scopre l’identità del suo misterioso interlocutore. Il ritratto di uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero, che ha saputo ergere la sua storia a simbolo della più grande tragedia collettiva del Novecento.
    Natale in Casa Cupiello. Dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo. Con Sergio Castellitto, Marina Confalon è prodotto da Roberto Sessa per Picomedia in collaborazione con Rai Fiction. E’ il primo titolo di una nuova collection di film tratti dai capolavori di Eduardo De Filippo, uno degli artisti che più ha segnato l’Italia del secolo scorso, lasciando un’eredità culturale e un patrimonio immensi. Luca Cupiello, come ogni Natale, prepara il presepe, fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino, che con dispetto gli ripete che a lui il presepe non piace. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio e di scrivere una lettera d’addio; Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. La missiva capita però nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero, il quale così apprende il tradimento della moglie. Durante il pranzo della vigilia di Natale, i due rivali, trovatisi di fronte per la sbadataggine di Luca, si scontrano violentemente. Nicolino abbandona Ninuccia e Luca, resosi improvvisamente conto della situazione, cade in uno stato d’incoscienza. Nel delirio finale, Luca scambia Vittorio per Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti. E Tommasino gli dirà finalmente che il presepe gli piace. (ANSA).
   

Ascolti tv, un’estate tra informazione e sentimento

Un’estate tra informazione e sentimento: resta ancora alta l’attenzione per le news e insieme le soap acchiappa-ascolti si confermano più seguite dei programmi di prima serata. E’ il quadro che emerge dall’elaborazione dei dati Auditel da parte dello Studio Frasi nei trenta giorni compresi tra il 28 giugno e il 27 luglio.
Nella top ten dei programmi più visti – segnala l’Osservatorio dello Studio Frasi – ben 4 posizioni sono occupate ogni giorno da telegiornali. E tra le 10 trasmissioni più seguite in tv in ciascun giorno del mese considerato, ben 134 sono telegiornali: ci sono tutte le edizioni del giorno (delle 13.30) e della sera (20) del Tg1 e anche tutte le edizioni del giorno (13) e della sera (20) del Tg5. Una novità sono le 14 edizioni della TgR, grazie alla maggiore attenzione verso i territori di appartenenza in tempi di coronavirus: negli stessi giorni del 2019, infatti, i tg regionali della Rai occupavano solo 4 posizioni. Una volta sola ricorrono il Tg2 e un’edizione speciale di prima serata del Tg1 dedicata al caso Ustica.
In tutti i giorni presi in considerazione, il notiziario più visto delle 20 è il Tg1 (e per 19 giorni su 30 è il programma più visto in assoluto), con una media di 3,2 milioni di telespettatori e del 21.6% di share (206mila in più rispetto al 2019). Cresce di più l’edizione delle 14 della TgR (+321mila persone), testata che nell’edizione della sera registra anche la migliore performance in termini percentuali (+10.9%), passando dal 12.4% del luglio 2019 al 13.8% di questi giorni.
Il Tg1 d’estate registra anche un indice di coesione sociale più elevato (72.7%) rispetto al diretto concorrente: si tratta di un valore elaborato dallo Studio Frasi prendendo in considerazione l’armonia dei pubblici di un programma con le componenti della popolazione italiana per genere, età, istruzione, classe socio-economica, appartenenza territoriale e dimensione dell’ascolto.
Finito il lockdown, gli ascolti delle serate estive si confermano in calo – fatta eccezione per l’exploit di Temptation Island – a vantaggio del ‘pomeriggio con sentimento’ di Canale 5 che non conosce crisi. Dei 300 programmi classificati dallo Studio Frasi, 10 per ciascuno dei 30 giorni analizzati, ben 39 appartengono alla fascia pomeridiana dell’ammiraglia Mediaset, capitanata dall’immarcescibile Beautiful con 19 presenze (5 di più rispetto agli stessi giorni dell’estate 2019). Le vicissitudini della famiglia Forrester trainano la soap spagnola Una vita, che registra 14 presenze, e anche la turca Day Dreamer le ali del sogno (6 presenze).
Quanto al prime time, al vertice c’è il Giovane Montalbano di Rai1, interpretato da Michele Riondino, presente con tutte le 6 puntate andate in onda; a seguire, con 8 presenze, le repliche della fiction Non dirlo al mio capo e Non dirlo al mio capo 2 e il reality di Canale 5 Temptation Island (che intanto ha chiuso con un record di 4,2 milioni). Fuori dalla prima serata da segnalare le 4 presenze di un altro marchio cult di Rai1, Linea verde estate.
“A conti fatti – commenta Francesco Siliato, responsabile dell’Osservatorio dello Studio Frasi – meno del 10% dei programmi più visti nei giorni di questa estate vanno in onda in prima serata: la grande maggioranza dei pubblici preferisce tenersi informata e insieme farsi coinvolgere dal sentimento”.

Salemme, in scena luoghi comuni partenopei

Vincenzo Salemme, attore, commediografo, sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico e scrittore: dal suo ultimo libro “Napoletano? E famme ‘na pizza” (uscito a marzo per Baldini&Castoldi) è nato uno spettacolo teatrale omonimo – prodotto da Valeria Esposito per Chi è di scena! s.r.l. – che andrà in scena quest’estate a partire dal 16 agosto da Gaeta. È una confessione sincera ed esilarante sui luoghi comuni partenopei, perché a volte essere napoletani è difficile. Ecco il calendario del tour: il 16 agosto, Gaeta (Arena Virgilio); il 20, Maiori (Porto); il 21, Agropoli, Sa (Teatro Sotto Le Stelle E. De Filippo); il 24, Benevento (Piazza Cardinale Pacca); il 25, Sorrento (Villa Fiorentino); il 26, Salerno (Arena del Mare); il 28, Candela, Fg (Anfiteatro); il 29, Avella, Av (Anfiteatro); il 30, Ostia Antica (Anfiteatro Romano). Settembre 2020: il 3, Caserta Belvedere di San Leucio. Dalla sua “penna” emerge tutta l’eleganza e l’accuratezza del miglior cinema e teatro italiano. E poi, dietro l’artista c’è l’uomo e tutta la sua generosità. “Ci sono momenti in cui ognuno di noi deve dare quel che può” ed è così che dopo lo stop a tutte le attività in ottemperanza delle misure di sicurezza prescritte dall’emergenza sanitaria, ora Salemme passa ai fatti.
    Il tour “Napoletano? E famme ‘na pizza” è un primo passo per rispondere, o per cercare di farlo, alla grande crisi determinata dall’emergenza COVID-19. Per lui e per i compagni di “viaggio” con lui in tour da agosto, Antonio Guerriero, Vincenzo Borrino e Mirea Flavia Stellato, una formazione contingentata per ragioni di sicurezza – sarà un’estate all’insegna della valorizzazione del territorio e a favore dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, una manifestazione di interesse concreto verso il comparto dello spettacolo dal vivo. (ANSA).
   

Da Fattori a de Nittis, in mostra il paesaggio italiano

(ANSA) – FORTE DEI MARMI (LUCCA), 01 AGO – Un viaggio alla
riscoperta del paesaggio italiano nella sua identità e bellezza.
    E’ la mostra ‘All’aria aperta. Sguardi d’autore’, ospitata al
Fortino di Leopoldo I di Forte dei Marmi (Lucca) dal 2 agosto
fino al 4 ottobre: una cinquantina le opere esposte, tra cui
dipinti di Giovanni Fattori, Moses Levy, Giuseppe de Nittis.
    “All’origine del disegno espositivo incentrato su un
quotidiano vivo e palpitante, che scorre a diretto contatto con
la natura, in momenti di felice armonia – si spiega in una nota
dell’assessorato alla cultura di Forte dei Marmi, che ha
promosso la mostra in collaborazione con la Società di Belle
Arti – c’è l’idea di esaltarne l’unicità attraverso un
realistico spaccato della società che lo abitava, una società
non ancora travolta dalla frenetica corsa al primato. In
equilibrio tra la romantica visione goethiana e il moderno
reportage di Guido Piovene sull’Italia degli anni Cinquanta,
dove ogni luogo è specchio di una situazione sociale e
viceversa, le emozioni degli artisti si traducono in vibranti
istantanee di fronte alle quali si ha la sensazione d’immergersi
in un mondo carico di nostalgia. I valori della convivialità e
l’incanto di spazi accarezzati dal sole e dal vento in cui
l’uomo ritrova sé stesso emergono nella varietà di scene ora
cariche di vitalità ed energia, ora dense di lirico silenzio,
nelle quali a prevalere è il senso di una libertà senza tempo”.
    (ANSA).
   

Dedutta Marietti Junior, nuova casa editrice per ragazzi

(ANSA) – ROMA, 01 AGO – Debutta Marietti Junior, nuova casa
editrice che si affaccia sul mercato dei libri per ragazzi, dopo
l’annuncio dato nell’aprile 2019 e il ritardo nella partenza
dovuto all’emergenza sanitaria. Lo annuncia Pietro Marietti, già
fondatore di Edizioni Piemme e dell’azienda transmediale
Atlantyca Entertainment ed erede con la
figlia Caterina – ideatrice e fondatrice di Bao Publishing – di
una dinastia di editori che trova il suo
capostipite a Torino duecento anni fa, nel 1820.
    I primi titoli arriveranno in libreria a fine settembre. Nel catalogo albi illustrati per i più piccoli, thriller, per un
pubblico da 0 ai 13 anni.
    Brand totalmente “made in Italy”, Marietti Junior nasce con il
desiderio di “dar voce a nuovi autori capaci di pensare in
grande, con un catalogo ricco di storie che fanno sognare e che
parlano a bimbi e ragazzi in tutte le fasi della loro crescita,
con un occhio puntato sulle potenzialità di sviluppo a tutto
campo, non solo nei libri e in tutto il mondo”.
    Sul sito www.mariettijunior.it vengono anticipati i titoli in
uscita tra i quali ‘Mignon e il drago’ di Samaritana Rattazzi
con illustrazioni di Andrea Viola e ‘La vendetta delle orfanelle
maleducate’ di Carolina Capria e Mariella Martucci con
illustrazioni di Martina Naldi e ‘Tutto storto’ di
Matilde Piran e Andrea Falcone con illustrazioni di Marta
Baroni.
    In un clima di incertezza generale, un’indagine dell’editore tra
alcune librerie – indipendenti e di catena –
ha messo in luce una sorprendente fiducia in un autunno
editoriale dotato di nuovo slancio. Lo spirito di Marietti
Junior si avvicina fortemente a quello di quei librai resilienti
che durante il lockdown si sono attivati con vendite online e
consegne a domicilio, nell’intento di
cogliere nuovi spunti dalla crisi per dare cura e attenzione al
cliente e al prodotto, valorizzare e sostenere
nuovi talenti, cercare nuovi stimoli e opportunità. (ANSA).
   

Libri: Quando la Storia è rivista da una gallina

(ANSA) – MILANO, 01 AGO – CLAUDIO MORI . STORIA DEL MONDO
VISTA DA UNA GALLINA (CM edizioni, 80 pagine, 5 euro). La prima
illustrazione è la riproduzione di una celebre copertina di
Walter Molino per la Domenica del Corriere, anno 1958, ‘Totò e
il ladro di polli’. Poi, a parte qualche altra fotografia, il
volumetto ha quasi tutte le pagine di destra bianche. In cerca
di un illustratore, spiega l’autore Claudio Mori, ex direttore
di vari quotidiani e scrittore, o meglio ancora con l’intenzione
che ogni lettore le riempia con le proprie idee e fantasie,
suggerite dalla narrazione. Non una favola, quindi ma una storia
che invita a riflettere sul rispetto dei diversi punti di vista,
attraverso gli occhi di uno degli essere viventi adesso più
bistrattati e ridicolizzati (il cervello da gallina, i polli che
Renzo porta ad Azzeccagarbugli nei Promessi sposi..).
    Raccontata, con l’espediente fantasioso di una visita ad un
museo di storia naturale, in prima persona dal gallo Banky. Ed
emergono le vicende, intrecciate con la storia del mondo, di una
creatura che, verità o leggenda, agli albori delle civiltà era
uno splendido esemplare piumato, quasi delle dimensioni di uno
struzzo, libero nella giungla asiatica, amato dagli uomini, di
cui si fidava. Per essere poi portato nell’ Egitto dei Faraoni,
e diventare un uccello venerato e tenuto nei giardini come
specie pregiata tra ibis e gazzelle; quindi animale sacro della
Grecia classica per almeno una mezza dozzina tra dèi e dee
(l’elmo di Atena nella statua d’oro e avorio eretta
nell’Acropoli era ornata con l’effigie di un gallo);
portafortuna nella Roma imperale (sempre al seguito delle
battaglie e sacrificato per procurasi la vittoria). Proprio i
Romani chiamavano i Celti Galli (e sull’elmo di costoro due ali
di gallo, simbolo di forza). Quindi il declino ad animale da
cibo e, nel medioevo, ad ingrediente per le pozioni delle
streghe, fino a diventare il logo di fast food. E’ proprio su
questo precipizio , simile al destino di tanti popoli, o di
masse di popoli, che Mori vuole tirare le sue conclusioni: come
per le galline, dalla liberà alla sopraffazione, alla schiavitù,
in attesa di una morte terribile.
    “Ma in ogni parte del mondo, in ogni sistema politico,
lontano dalle città, ci sono ormai strani recinti con dentro
orribili capannoni, impenetrabili agli occhi di chiunque, ai
raggi del sole, luoghi di se- gregazione brutale dove non c’è
terra da razzolare – conclude l’autore – . Chi è rinchiuso là
dentro rappresenta tutto quello che abbiamo perso”. (ANSA).
   

Quando la Storia è rivista da una gallina

(ANSA) – MILANO, 01 AGO – CLAUDIO MORI . STORIA DEL MONDO
VISTA DA UNA GALLINA (CM edizioni, 80 pagine, 5 euro). La prima
illustrazione è la riproduzione di una celebre copertina di
Walter Molino per la Domenica del Corriere, anno 1958, ‘Totò e
il ladro di polli’. Poi, a parte qualche altra fotografia, il
volumetto ha quasi tutte le pagine di destra bianche. In cerca
di un illustratore, spiega l’autore Claudio Mori, ex direttore
di vari quotidiani e scrittore, o meglio ancora con l’intenzione
che ogni lettore le riempia con le proprie idee e fantasie,
suggerite dalla narrazione. Non una favola, quindi ma una storia
che invita a riflettere sul rispetto dei diversi punti di vista,
attraverso gli occhi di uno degli essere viventi adesso più
bistrattati e ridicolizzati (il cervello da gallina, i polli che
Renzo porta ad Azzeccagarbugli nei Promessi sposi..).
    Raccontata, con l’espediente fantasioso di una visita ad un
museo di storia naturale, in prima persona dal gallo Banky. Ed
emergono le vicende, intrecciate con la storia del mondo, di una
creatura che, verità o leggenda, agli albori delle civiltà era
uno splendido esemplare piumato, quasi delle dimensioni di uno
struzzo, libero nella giungla asiatica, amato dagli uomini, di
cui si fidava. Per essere poi portato nell’ Egitto dei Faraoni,
e diventare un uccello venerato e tenuto nei giardini come
specie pregiata tra ibis e gazzelle; quindi animale sacro della
Grecia classica per almeno una mezza dozzina tra dèi e dee
(l’elmo di Atena nella statua d’oro e avorio eretta
nell’Acropoli era ornata con l’effigie di un gallo);
portafortuna nella Roma imperale (sempre al seguito delle
battaglie e sacrificato per procurasi la vittoria). Proprio i
Romani chiamavano i Celti Galli (e sull’elmo di costoro due ali
di gallo, simbolo di forza). Quindi il declino ad animale da
cibo e, nel medioevo, ad ingrediente per le pozioni delle
streghe, fino a diventare il logo di fast food. E’ proprio su
questo precipizio , simile al destino di tanti popoli, o di
masse di popoli, che Mori vuole tirare le sue conclusioni: come
per le galline, dalla liberà alla sopraffazione, alla schiavitù,
in attesa di una morte terribile.
    “Ma in ogni parte del mondo, in ogni sistema politico,
lontano dalle città, ci sono ormai strani recinti con dentro
orribili capannoni, impenetrabili agli occhi di chiunque, ai
raggi del sole, luoghi di se- gregazione brutale dove non c’è
terra da razzolare – conclude l’autore – . Chi è rinchiuso là
dentro rappresenta tutto quello che abbiamo perso”. (ANSA).