Bitcoin: Square investe 50 milioni nella criptovaluta

Square investe 50 milioni di dollari in Bitcoin. La società guidata da Jack Dorsey ha acquistato 4.709 bitcoin, pari all’1% del totale degli asset di Square alla fine del secondo trimestre. “Riteniamo che il Bitcoin abbia il potenziale di essere una valuta diffusa nel futuro. Per una società che costruisce i suoi prodotti sulla base di un futuro più inclusivo, questo investimento è un passo” nella direzione voluta, afferma Square.
   

Il Nobel per la pace al World Food Programme

(ANSA) – ROMA, 09 OTT – Il premio Nobel per la pace 2020 è
stato assegnato al World Food Programme. “Il Wfp è stato
insignito del premio Nobel per la pace 2020 per i suoi sforzi
nel combattere la fame, per il suo contributo nel migliorare le
condizioni per la pace nelle aree colpite da conflitti e per la
sua azione nel guidare gli sforzi per prevenire l’uso della fame
come un’arma di guerra e conflitto”. Lo si legge nelle
motivazioni del Norwegian Nobel Committee. (ANSA).
   

Covid: altri 3 casi nell’Under 21 in Islanda,2 sono azzurrini

Due calciatori e un membro dello staff della Nazionale Under 21, attualmente a Reykjavik in vista del match di qualificazione ai Campionati Europei di categoria previsto oggi con l’Islanda, sono risultati positivi al Covid-19 dopo il tampone effettuato ieri all’arrivo in aeroporto ed i cui risultati sono stati resi noti nella tarda serata di ieri. Lo fa sapere la Figc, che si attivata tempestivamente per valutare, con Uefa e autorità sanitarie locali, tutte le misure da adottare.

Dei tre positivi nel gruppo della nazionale Under 21, un calciatore è sintomatico ed è costantemente monitorato dallo staff medico della Nazionale. Gli altri due positivi, con bassa carica virale, hanno già effettuato un secondo tampone per una ulteriore verifica della positività.

Tutta la delegazione arrivata ieri in Islanda era risultata negativa ai tre tamponi effettuati in Italia dall’inizio del raduno. 
   

Carl Brave, io tra rap e pop contro il razzismo musicale

Il coraggio c’è l’ha nel Dna, in quel cognome che ha tradotto in inglese perché, si sa, è più cool. E ora l’ha scritto bene in evidenza sulla copertina del nuovo disco, perché coraggio (Carlo Coraggio) è lui, ma è anche la forza che ci vuole in questo momento per affrontare una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato fino a pochi mesi fa, “periodo distopico”, lo definisce.

Carl Brave, il rapper romano che è anche un cantante pop e rock che non disdegna certe atmosfere del passato e le contaminazioni in generale (“la musica è sempre evoluzione e bisogna educare l’ascoltatore a non etichettare, io sono contro il razzismo musicale”), dopo il successo del precedente album di debutto Notti Brave (doppio disco di platino) e due anni passati con il piede premuto sull’acceleratore dei live (e delle oltre 100 milioni di visualizzazioni su YouTube e dei 2,7 milioni di stream su Spotify), torna con il secondo disco di inediti, in uscita il 9 ottobre su etichetta Island Records. Sound più maturo, flow più articolati, maggiore cura nei testi, rispetto all’esordio.

Diciassette tracce che segnano un nuovo capitolo musicale dell’artista e producer 31enne, che in copertina ha voluto omaggiare il nonno, con il busto che lo ritrae ragazzo “e che esiste davvero, in casa dei miei”.

Nel disco sono presenti anche sette collaborazioni con Elodie, Mara Sattei, tha Supreme, Ketama, Taxi B, Pretty Solero e Gue’ Pequeno. Molti di loro protagonisti della scena musicale romana. “Che adesso è molto viva e molto forte. Ma non è un problema essere identificati con la propria città di origine – racconta Carlo con il suo accento che non ammette dubbi -. Lo slang non è una prigione o un ghetto nel quale essere chiusi come poteva esserlo magari dieci anni fa. La gente vuole sentirti parlare per come sei, senza maschere”. E per ora, in tempo di covid, per sentirlo dal vivo c’è da spettare. Prossime date: 20 luglio a Milano, 24 luglio a Roma.
   

Istat, segnali positivi per la produzione industriale ad agosto +7,7%

La produzione industriale ad agosto aumenta del 7,7% rispetto a luglio, sulla base dei dati destagionalizzati, mentre diminuisce dello 0,3% rispetto ad agosto dell’anno scorso (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come ad agosto 2019). Lo rileva l’Istat diffondendo i dati provvisori e aggiungendo che nella media del trimestre giugno-agosto il livello della produzione cresce del 34,6% rispetto ai tre mesi precedenti.

“Continua a crescere ad agosto la produzione industriale che segna la quarta variazione congiunturale positiva al netto della stagionalità, dopo il crollo dovuto all’emergenza Covid-19”, è il commento dell’Istituto di statistica.

Su base mensile, l’indice destagionalizzato mostra aumenti diffusi in tutti i comparti: crescono in misura marcata i beni di consumo (+6,6%), i beni strumentali (+4,3%), i beni intermedi (+4,0%) e l’energia (+3,5%).

Su base annua, si registra una contenuta crescita per i beni strumentali (+1,0%) e una più lieve per i beni di consumo (+0,8%); diminuiscono l’energia (-0,8%) e in misura più marcata i beni intermedi (-2,5%).
 “L’aumento mensile, più marcato per i beni di consumo, si estende a tutti i settori di attività economica”, sottolinea l’Istat, evidenziando che, “peraltro, il mese di agosto è caratterizzato da volumi produttivi limitati a causa delle chiusure legate alle ferie estive, e ciò determina una maggiore volatilità delle variazioni relative a tale mese. In termini tendenziali, prosegue, seppure molto attenuata, la lunga fase di contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario”.

   

Attesa per il Nobel per la Pace, in molti puntano su Greta

Grande attesa per l’annuncio del Nobel per la Pace 2020 atteso oggi alle 11 ora italiana, con le ipotesi più accreditate che montano attorno alla giovane attivista svedese Greta Thunberg e al movimento ‘Fridays for Future’, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ma anche un possibile riconoscimento alla libertà di stampa.

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Si contano quest’anno 318 candidati per la categoria che non ha mancato di riservare sorprese nella storia del premio assegnato dall’istituto norvegese. Di questi 211 sono individui e 107 organizzazioni. Una lista lunga, la cui composizione non è però nota.
 “Ci sono buone ragioni perché il premio guardi alla libertà di informazione”, ha detto all’Afp Sverre Lodgaard, ricercatrice presso l’Istituto norvegese per gli affari internazionali (Nupi). Tanto più che dall’inizio dell’assegnazione dei premi, nel 1901, non vi è stato mai un riconoscimento alla libertà di stampa. Quindi si pensa per esempio ad organizzazioni come Reporters sans frontières (Rsf) o il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj). 
   

Pedullà, le Memorie di un nonagenario

 WALTER PEDULLA’, ‘IL PALLONE DI STOFFA. Memorie di un nonagenario”. (Rizzoli, pag. 543, Euro 22,00).
    E’ davvero troppo poco Il pallone di stoffa del titolo, nonostante il padre sarto, per riassumere la partita da protagonista che Walter Pedullà ha giocato nei suoi 90 anni di storia, con una vita costellata di eventi eccezionali, compreso il fatto di essere morto e poi risorto, una volta, quasi due. Nato a Siderno, un piccolo paese calabrese, un po’ rivoluzionario, un po’ in odore di n’drangheta, il 10 ottobre 1930, ha vissuto intensamente questo secolo grazie alle otto bottigliette di Coca Cola al giorno ed altrettante mele, per scandire giornate e notti nel nome della letteratura e della politica. ”Ho passato metà della vita a leggere”, scrive ma è arrivato a tanto grazie ad una massicci dose di ironia, che certo ha mutuato anche da uno dei suoi autori preferiti, Aldo Palazzeschi e dal suo Codice di Perelà.
    L’autoritratto che Pedullà abbozza (nonostante le 543 pagine è solo un volo d’uccello sulle sue mille vite) in questo suo intensissimo volume, è epocale da molti punti di vista. La storia lo trascina nelle sue trasformazioni, dal paese rurale, quasi medievale, dove il padre sarto e la madre portano avanti con carattere e ambizione un nutrito gruppo di sette figli, sperando di riuscire a farli tutti laureare. Un paese dove esplode subito la passione politica, quella socialista di Walter, quella comunista del fratello Gesumino. La fatica della giovinezza è palpabile, quasi polverosa come i chilometri da fare ogni giorni, lezioni su lezioni private e lo sforzo della retorica per un ragazzo che per timidezza non parlerebbe e invece il caso lo porta a non fare quasi altro tutto il giorno.
    Un ragazzo dalla proverbiale determinazione, che diventa allievo e poi assistente di Giacomo Debenedetti, per cui nutre una ammirazione senza limiti, e nella sua ascesa incontra, diventa amico, di tutti i più grandi intellettuali italiani, da Malerba a Sciascia, da Bonaviri (che come medico gli salva la vita) a D’Arrigo, da Pagliarani, a Volponi (sono così somiglianti che li scambiano) a Borsellino. E poi gli scrittori che incontra e non resiste ad intervistare, da Gadda che gli risponde a monosillabe, a Pasolini che lo porta in macchina per la periferia romana. Passione politica che lo promuove al ruolo di critico letterario per L’Avanti per anni, e poi dall’Università La Sapienza a Viale Mazzini, prima nel consiglio d’amministrazione per 17 anni e poi presidente della Rai e infine alla presidenza del Teatro di Roma. Passione che gli fa scatenare sentimenti forti, d’amicizia ma anche no, come per Manca o Angelo Guglielmi, che racconta di aver più volte aiutato per essere poi amaramente sconfessato nel momento del bisogno.
    Del resto, lo dice anche lui, il suo è mestiere di stroncatore, e allora descrive Berlusconi come un barzellettiere furbetto e mentitore, Veltroni che passa sopra a Vittorio Gassman per la nomina di Martone alla direzione del Teatro di Roma, Cesare Garboli legato a interessi poco letterari e su Craxi sorvola.
    ”Soltanto chi arriverà alla fine saprà se ha vissuto una vita tragica o comica. Se la conclusione sembra ridicola, ridiamone”.
    Venerdì 9 ottobre il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università La Sapienza di Roma festeggia Pedullà, in collaborazione con MOD – Società per lo studio della modernità letteraria e la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci “Pedullà: novant’anni. Un Webinar per Walter”. (ANSA).
   

Fridays for future, i giovani tornano in piazza per il clima

Fridays For Future è oggi nuovamente in piazza in tutta Italia. In più di 100 città sono previsti presidi studenteschi: “scioperiamo da una giornata di scuola o di lavoro per inchiodare le persone al potere di fronte alle loro responsabilità e al loro tradimento”, dicono gli organizzatori.
Affinché l’adesione sia sicura per tutti, Fridays for Future si impegna a rispettare le disposizioni di sicurezza per la protezione contro il coronavirus.
Le azioni varieranno di città in città in modo da poter garantire ovunque la sicurezza dei partecipanti. “Siamo di nuovo in piazza. Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata. Anzi, continua ad essere ignorata e trascurata dalle persone al potere. La crisi sanitaria – scrivono gli organizzatori – ci ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtà ascoltando la scienza e trattando una situazione di emergenza come tale.

Nonostante questo, nessun governo – nemmeno quello italiano – ha iniziato ad ascoltare sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni. L’avviso è chiaro: rischiamo di spingerci troppo in là. Continuando a immettere CO2 in atmosfera ai livelli attuali supereremo il riscaldamento globale di 1,5°C, il limite sicuro per evitare di innescare reazioni a catena irreversibili che sconvolgerebbero la vita umana sulla Terra.
Gli incendi, gli uragani, la siccità, la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno rendono la vita sempre più difficile a milioni di persone in tutto il mondo. Perché tutto questo ancora non basta ai nostri politici per decidersi ad agire? Perché tocca ancora noi – ragazzi, studenti, lavoratori – scendere in strada e cercare di scuoterli? Questo decennio è cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare, e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica. Ogni paese dovrà fare la sua parte, rispettando gli Accordi di Parigi in cui ha stabilito di fare di tutto per evitare il peggio. Questa pandemia è stata – ed è ancora – una tragedia. Ma molti scienziati ed economisti parlano chiaro: le misure per la ripartenza ci possono permettere di avviare la riconversione ecologica, risollevando l’economia – creando nuovi, diversi lavori – e risolvendo allo stesso tempo molti problemi sociali del nostro paese”.

Insieme a decine di esperti e associazioni, Fridays for Future ha raccolto nella campagna ” Ritorno al Futuro” molte proposte concrete (https://ritornoalfuturo.org/le-proposte/ ) per il governo italiano.

“Rimangono 10 anni per dire basta ad un sistema di sviluppo tossico ed inquinante, dopodichè il mondo non si potrà più salvare”: a dirlo sono Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti e Camilla Guarino di Link coordinamento universitario. “Siamo in crisi economica, sanitaria ed ambientale e vogliamo che il piano di rilancio del Paese dia risposte immediate a tutto questo. All’Italia arriveranno 209 miliardi di euro del RecoveryFund, ma nessuno si sta confrontando con noi giovani per decidere come spendere i fondi e costruire un futuro diverso”.

   

Covid: Bonaccini, se necessario pronti a più restrizioni

“Se il contagio aumenterà e troveremo situazioni più preoccupanti si dovrà essere pronti a eventuali maggiori restrizioni. Tutto dipende dai comportamenti che ognuno di noi adotta e dai controlli messi in campo”. Così Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, a 24Mattino su Radio 24 rispondendo a una domanda su eventuali misure più restrittive per la capienza dei mezzi di trasporto pubblico. 

Nessun rischio di scontro Regioni-Governo, “saremo tutti responsabili, come abbiamo fatto nella prima fase, quella più drammatica. Dobbiamo fare di tutto perché non ritorni, non vedo questi rischi” ha aggiunto Bonaccini.
   

Borsa Italiana passa a Euronext per 4,325 miliardi

(ANSA) – MILANO, 09 OTT – Il London Stock Exchange ed
Euronext raggiungono l’accordo su Borsa Italiana. Piazza Affari
passa al consorzio paneuropeo di cui fanno parte anche Cdp
Equity e Intesa Sanpaolo. Lse conferma in una nota di aver
accettato di vendere l’intera partecipazione in Borsa Italiana a
Euronext per un valore patrimoniale di 4,325 miliardi di euro,
più un importo aggiuntivo che riflette la generazione di cassa
da completare. (ANSA).