Borsa italiana ceduta a Euronext per 4,325 miliardi

Il London Stock Exchange ed Euronext raggiungono l’accordo su Borsa Italiana. Piazza Affari passa al consorzio paneuropeo di cui fanno parte anche Cdp Equity e Intesa Sanpaolo. Lse conferma in una nota di aver accettato di vendere l’intera partecipazione in Borsa Italiana a Euronext per un valore patrimoniale di 4,325 miliardi di euro, più un importo aggiuntivo che riflette la generazione di cassa da completare. ‘Con l’ingresso di Cdp in Euronext e la contestuale acquisizione di Borsa Italiana, si darà vita a un gruppo leader nel mercato dei capitali europeo’, afferma il ministro Patuanelli. 

L’aggregazione fra Euronext e Borsa Italiana offrirà vantaggi significativi agli azionisti. Si stima che l’operazione comporti un aumento dell’Equity per share adjusted (pre-sinergie) immediatamente e che realizzi una crescita a doppia cifra nel terzo anno post sinergie. Il gruppo risultante dall’aggregazione prevede infatti di realizzare sinergie a regime al lordo delle imposte di 60 milioni all’anno entro il terzo anno.
    Di queste 45 milioni saranno sinergie di costo principalmente generate dal migrazione dei mercati cash equity e derivati di Borsa Italiana verso la piattaforma di trading proprietaria di Euronext, (ulteriori sinergie tecnologiche risultanti dalla cooperazione delle attività di CSD e (condivisione di competenze, processi e sistemi all’interno del Gruppo risultante dall’aggregazione.
    Le sinergie di ricavo attese sono di 15 milioni, generate dal lancio del singolo pool di liquidità e del portafoglio ordini unico di Euronext in Italia, dallo sviluppo di un’offerta paneuropea di prodotti derivati, dal cross-selling di prodotti e dalle opportunità di crescita del business come l’offerta di servizi corporate in Italia e l’ampliamento dell’offerta di analisi e dati.
    I costi di ristrutturazione per realizzare tali sinergie dovrebbero ammontare a 100 milioni di euro. (ANSA).
   

L’ultima testimonianza di Liliana Segre: ‘Non ho mai perdonato’

Un lungo applauso e una standing ovation hanno salutato l’ingresso della senatrice a vita Liliana Segre nella tensostruttura allestita alla Cittadella della pace di Rondine, ad Arezzo, per ospitare la sua ultima testimonianza pubblica destinata alle scuole italiane e ai giovani del mondo.

“Un giorno di settembre del 1938 sono diventare l’altra – ha raccontato la senatrice a vita – . So che quando le mie amiche parlano di me aggiungono sempre la mia amica ebrea. E quel giorno a 8 anni non sono più potuta andare a scuola. Ero a tavola con mio papa e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. Chiesi perché, ricordo gli sguardi dei miei, mi risposero perché siamo ebrei, ci sono delle nuove leggi e gli ebrei non possono fare più una serie di cose. Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini. Molti miei compagni non si accorsero che il mio banco era vuoto”.

“Sono stata clandestina e so cosa vuol dire essere respinti. Si può essere respinti in tanti modi”.

Nel lager, “quando non si ha niente, si ha solo il proprio corpo che dimagrisce a vista d’occhio, è molto difficile, salvo che nei romanzi, formare amicizie perché la paura di morire per un passo falso o un’occhiata, ti fa diventare quello che i tuoi aguzzini vogliono che tu sia: che tu diventi disumana, egoista. Dopo il distacco da mio padre il terrore di diventare amico di qualcuno e poi perderlo mi faceva preferire la solitudine, io aveo paura di perdere ancora qualcosa”. 

“Quando si toglie l’umanità alle persone bisogna astrarsi e togliersi da lì col pensiero se si vuole vivere. Scegliere sempre la vita. Io sono viva per caso. Perché tutte sceglievano la vita, poche quelle che si sono suicidate anche se era facilissimo”.

“Non ho mai perdonato, come non ho dimenticato, certe cose non sono mai riuscita a perdonarle”. “Il campo di sterminio funzionava alla perfezione, da anni, non c’era il minimo errore. Cominciammo a capire che dovevamo cominciare a dimenticare il proprio nome, che nella tradizione ebraica ha un significato. Mi venne tatuato un numero sul braccio e dopo tanti anni si legge ancora bene, 75190. E dovemmo subito impararlo in tedesco. Quando entrai ad Auschwitz non avevo ancora studiato Dante, lo studiai dopo, ed eravamo condannate a delle pene ma non c’era il contrappasso: pensavo di essere impazzita. Non racconto mai tutti i dettagli della mia prigionia”.

“Per un attimo vidi una pistola a terra, pensai di raccoglierla. Ma non lo feci. Capii che io non ero come il mio assassino. Da allora sono diventata donna libera e di pace con cui ho convissuto fino ad adesso”, ha concluso. 

“La Costituzione è stata scritta avendo davanti agli occhi le tragiche vicende che hanno coinvolto anche Liliana Segre da ragazza ed è stata approvata con la ferma determinazione di non permettere che i mostri del totalitarismo che avevano devastato l’Europa potessero ancora avvelenare l’Italia, il nostro continente. Mai più privazione della libertà, guerre di aggressione, mai più negazione dei diritti umani, mai più razzismo, odio, intolleranza. questa era la comune volontà dei padri costituenti. Merito loro se la nostra Repubblica è fondata su principi di grande valore: democrazia, libertà, uguaglianza, centralità della persona umana, pace e giustizia tra le nazioni”. Lo scrive il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato oggi in occasione dell’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre.

“Io sono venuto qui non per parlare ma per ascoltare l’ultima testimonianza pubblica della senatrice Segre. Una testimonianza di eventi così tragici che ha la funzione di interrogare le coscienze, di sollecitarci a scacciare via l’indifferenza e anche le ambiguità, di sollecitarci ad assumere posizioni chiare e scelte nette. Io offro la garanzia mia personale e dell’intero governo che questa testimonianza non finisce oggi ma si manterrà viva”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte intervenendo a Rondine

“Il messaggio, la testimonianza di Liliana Segre, è racchiusa senza dubbio nella nostra Costituzione”. Lo ha affermato Roberto Fico, presidente della Camera, nel suo intervento di saluto all’evento ‘Grazie Liliana’ a Rondine (Arezzo), con la senatrice a vita Liliana Segre.

Il Csm ha radiato Palamara dalla magistratura

 Luca Palamara è stato radiato dalla magistratura. La Sezione disciplinare del Csm lo ha condannato alla sanzione massima prevista, accogliendo la richiesta della Procura generale della Cassazione . Palamara è il primo ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’ Associazione magistrati ad essere rimosso dall’ordine giudiziario.  Palamara ha lasciato il Csm senza fare dichiarazioni, ma annunciando una conferenza stampa per le 16 nella sede del partito Radicale.

La sentenza è stata emessa dopo una camera di consiglio durata due ore e mezza. Erano stati ieri i rappresentanti della procura generale della Cassazione a chiedere la sanzione massima – impugnabile davanti alle Sezioni Unite della Cassazione – accusando Palamara soprattutto di aver “pilotato” per interessi personali la nomina del procuratore di Roma e contestandogli una strategia di discredito a danno del procuratore aggiunto Paolo Ielo. La vicenda al centro del processo è la riunione notturna all’hotel Champagne del 9 maggio del 2019, nella quale secondo l’accusa Palamara, cinque consiglieri del Csm (tutti dimessi e ora a processo disciplinare) e i politici Luca Lotti e Cosimo Ferri discussero le strategie sulle future nomine ai vertici delle procure. Riunione intercettata con un trojan nel cellulare di Palamara, che era finito sotto inchiesta a Perugia e ora è imputato per corruzione. 
   

Tlc: Calcagno, verso digitale anche con piano formazione

“Indubbiamente oggi c’è una grandissima opportunità perché il digitale è al centro del rilancio, è una priorità accertata, quindi c’è grande consenso”, lo ha sottolineato il ceo di Microsoft Italia Silvia Candiani, intervenendo alla tavola rotonda ‘Direzione Italia: un piano per il digitale’ nel corso dell’EY Capri Digital Summit 2020 ‘Reinventerai il futuro o sarà il futuro a reinventarti?’.

“Abbiamo visto tutti su nostra pelle quando sia importante e adesso bisogna mettere le mani su come costruire la competitività delle aziende dell’amministrazione pubblica grazie al digitale”, ha detto Candiani, indicando tre linee guida, a partire dall’ “aiuto alle aziende private per accelerare gli investimenti”: su questo, ha puntualizzato, evidenziando che meccanismi come il 4.0 “funzionano e possono essere ancor più messi a punto, però è un meccanismo sano perché spinge le aziende a investire”.

“Oggi ci stiamo concentrando molto sul contare i km di fibra, ma ci sarebbe molto e tanto da fare su a che cosa serviranno. Una grande spinta” alla rivoluzione digitale “deve arrivare dal mondo degli studi, dell’istruzione e della riconversione dell’occupazione. L’evoluzione deve essere accompagnata anche da un piano di formazione preciso e specifico, che non può prescindere dall’istruzione e formazione dell’attuale forza lavoro”. Lo ha detto il ceo di Fastweb Alberto Calcagno, intervenendo alla stessa tavola rotonda. “Da quel punto di vista è un cambiamento che parte da una rivoluzione culturale”, ha aggiunto.
   
   

Dall’economia dei dati 50 miliardi di euro per l’Italia

I modelli di business legati alla ‘data economy’ per l’Italia potrebbero valere almeno 50 miliardi di euro, il 2,8% del Pil. Tuttavia – sebbene il Paese produca circa il 20% dei dati europei, il Paese sfrutta circa un 10% di questo potenziale.

È quanto emerge da un’analisi presentata nella seconda giornata dell’Ey Capri Digital Summit “A New Brave World” Uno studio realizzato da Ey in collaborazione con ICT consulting evidenzia come priorità intervenire su PMI (meno del 30% sfrutta, ad esempio, soluzioni in cloud), PA (ad esempio, per collegare 130.000 sedi con reti VHCN), scuole e ospedali (con soluzioni di prossimità IoT e 5G) ma anche sulle grandi aziende nel sapere stimolare in maniera diversa la domanda di servizi digitali di cittadini e clienti.

“È prioritario fare investimenti mirati, sfruttando anche le opportunità offerte dal Recovery Fund, per accelerare l’evoluzione e l’estensione delle infrastrutture digitali, che consentirebbero di recuperare competitività a livello europeo e superare il digital divide, e per accrescere la cultura tecnologica di imprese e cittadini”, commenta il Med Consulting and People Advisory Services Leader di Ey, Donato Ferri.
   

Con la crisi per il Covid quarantamila imprese a rischio usura

Sono ormai circa 40mila le aziende in Italia a rischio usura, “un fenomeno che risulta in crescita e che è ancora più grave, in particolare, nel Mezzogiorno e nel comparto turistico-ricettivo” con la crisi provocata dalla pandemia che ha aumentato nettamente l’esposizione delle imprese ai fenomeni criminali . E’ quanto risulta da un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla percezione dell’usura tra le imprese del commercio e dei servizi

Secondo l’analisi di Confcommercio da aprile ad oggi le imprese del commercio al dettaglio, dell’abbigliamento, della ristorazione e quelle del comparto turistico (strutture ricettive e balneari) hanno dovuto fare i conti con la riduzione del volume d’affari (37,5%), la mancanza di liquidità e le difficoltà di accesso al credito (36,9%), la gestione delle procedure per adeguarsi alle norme sanitarie (13,5%) e le problematiche connesse agli adempimenti burocratici (12,1%).

Per quanto riguarda il credito nonostante l’intervento del Fondo di garanzia per le Pmi abbia garantito circa 924mila operazioni fino a 30mila euro per un finanziamento complessivo di oltre 18 miliardi di euro, è ancora elevata la quota di imprese (quasi 290.000 nel 2020) che non hanno ottenuto il credito richiesto. L’associazione afferma che la quota di imprese fortemente a rischio usura, o soggette a tentativi di acquisizione anomala dell’attività, secondo le esperienze dirette degli imprenditori, è pari al 13-14%: da qui quindi si arriva a 30-40mila imprese in pericolo.

“Un fenomeno che presenta accentuazioni particolarmente significative nel Mezzogiorno e presso le strutture ricettive dove le percentuali risultano doppie”. In questa situazione, il 30% degli imprenditori, pur riconoscendo di avere un sostegno dall’azione delle Forze dell’ordine (oltre che dalle associazioni imprenditoriali), dichiara tuttavia di sentirsi solo di fronte al pericolo di infiltrazioni della criminalità.

Mobilità urbana, al via partnership tra Moovit e Wetaxi

Al via la partnership tra Moovit, app per la mobilità urbana, e Wetaxi, la piattaforma digitale per il taxi a Tariffa Massima Garantita. Da oggi all’interno dell’app Moovit nel pianificare un tragitto per raggiungere una destinazione gli utenti potranno scegliere anche i mezzi dell’app Wetaxi che vanno dunque ad integrarsi alla rete di trasporto pubblico e alle opzioni di micromobilità già disponibili.

Se l’autobus è affollato, se la fermata della metropolitana è troppo distante per essere raggiunta a piedi o se la propria destinazione non è coperta dal servizio di trasporto pubblico di linea, i mezzi Wetaxi rappresentano ora una nuova alternativa per tutti gli utenti Moovit.

Con i sistemi di pagamento elettronico in app viene poi eliminato del tutto lo scambio di contante e i tassisti garantiscono sanificazioni quotidiane dell’abitacolo, mascherine, guanti e divisori tra conducente e passeggero. 
Le flotte Wetaxi sono attive in oltre 20 città italiane tra cui le 4 principali città: Roma, Milano, Torino e Napoli, mentre l’app Moovit è attiva in tutte le aree italiane.
   

Nagorno: Baku e Erevan confermano colloqui a Mosca

(ANSA) – MOSCA, 9 OTT – Armenia e Azerbaigian hanno
confermato che i loro ministri degli Esteri, Zohrab Mnatsakanyan
e Jeyhun Bayramov, saranno oggi a Mosca per colloqui sul
Nagorno-Karabakh, dove il 27 settembre si è riacceso il
conflitto tra azeri e armeni. Lo fa sapere la portavoce del
ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all’agenzia
France Presse. (ANSA)

Amazon: debutta veicolo elettrico consegne, 100mila nel 2030

Amazon ha presentato il suo primo veicolo elettrico per le consegne, progettato e sviluppato in collaborazione con l’azienda statunitense Rivian. L’obiettivo è di introdurne 10mila entro il 2022 e 100mila entro il 2030.

L’operazione si inserisce nell’ambito del piano ‘The Climate Pledge’, che vede il colosso del commercio elettronico impegnato a raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni di Co2 della propria flotta entro il 2040. Amazon sta intervenendo anche sulla rete logistica. Recentemente l’azienda ha annunciato la partnership con Mercedes-Benz per introdurre 1.800 veicoli elettrici nella flotta europea.