Bufera #MeToo su Alexander Wang, modello accusa

(ANSA) – NEW YORK, 01 GEN – Bufera #meToo su Alexander Wang:
lo stilista americano e’ stato accusato di molestie sessuali da
un modello britannico, Owen Mooney, che afferma di essere stato
aggredito da lui durante un party in un locale di New York.
    “Affermazioni grottescamente false”, ha replicato il 36enne
designer, nato a San Francisco da genitori taiwanesi, e
considerato tra gli eredi di Calvin Klein, Donna Karan e Ralph
Lauren nel fashion system newyorchese. L’episodio citato da
Mooney risalirebbe al gennaio 2017 ma solo questa settimana e’
venuto in luce, accompagnato da altre simili accuse contro lo
stilista su siti web anti-molestie.
    “C’era un sacco di gente e questo tizio accanto a me si e’
approfittato del fatto che non potevomuovermi per cominciare a
toccarmi”, ha scritto il modello sui siti Diet Prada e Shit
Model Management: identificato l’aggressore in “questo famoso
designer”, Mooney afferma che “ogni volta che lo vedo
fotografato con altre celebrita’ o che si parla di lui, ricordo
quel che ha fatto e non e’ un bel ricordo”.
    Wang ha replicato con Guardian: “Negli ultimi giorni ho
ricevuto una serie di accuse infondate che i social media hanno
erroneamente amplificato, citando fonti segrete e/o anonime con
zero prove o verifiche dei fatti”. (ANSA).
   

Avati, ‘il film su Dante, la mia battaglia’

Nell’anno di Dante Alighieri è ancora incerta la partenza del film di Pupi Avati, con Sergio Castellitto nel ruolo di Boccaccio, chiave di narrazione per raccontare la vita del padre della nostra lingua scelta dal regista bolognese. ”Gli italiani dovrebbero richiedere a gran voce un film su Dante, pretenderlo. Chi poi lo girerà è secondario. Ma perchè sono solo io a portare avanti questa battaglia? ” Lo ha detto Avati ospite di ‘Capri, Hollywood- The International film festival’, 25 esima edizione che si svolge on line fino a domani su My Movies e piattaforme social.
”Il fatto che Rai cinema sia ‘sbloccata’ è importante, ma non sufficiente. Non so quando partiremo….chiedetelo al ministro Franceschini” Del progetto in effetti si era parlato da tempo, già in vista dell’avvicinarsi di un 2021 dedicato alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte.
”Ho già fatto tantissimi annunci e interviste. il film è pronto, scritto con il coinvolgimento di un comitato di importanti dantisti. Rai cinema c’è ma non basta. E’ una produzione in costume, complessa, il cinema italiano non affronta da tempo una cosa del genere, e questo mi preoccupa molto – ha detto Avati nell’incontro con il produttore del festival Pascal Vicedomini,.
”Fino a 30 anni avevo odiato Dante, come tutti quelli che si sono visti proposti i classici dalla scuola nel modo peggiore.
Suggerisco a tutti un percorso: leggere per prima cosa la Vita Nova – ha detto il regista nell’evento in rete con la partecipazione di Luca Sommi, che ha portato con successo la Divina Commedia su Instagram – Molte cose sono misteriose in Dante, di cui non abbiamo come è noto neppure un manoscritto. Credo che debba gran parte della sua poetica al dolore, la più grande scuola della vita. Basti ricordare che a 5 anni perse la madre, poi l’ingiustizia dell’esilio…scrivere un film su di lui, con la sua conoscenza sconfinata, è esperienza da far tremare i polsi. Io mi ci sono accostato con estrema umiltà ed ho trovato la ‘password’ narrativa in Boccaccio, il primo suo commentatore. Ed anche il primo che andò a Ravenna a incontrare la figlia, suor Beatrice, custode della tomba paterna, portando il risarcimento per le cattiverie subite di fiorentini. Una partenza stupenda! Boccaccio cercò amici e sodali del cenacolo ravennate, poi scrisse il trattatello in laude che è la prima biografia di Dante, ci rivela il nome di Beatrice Portinari, sono cose che molti italiani magari non sanno”.
Avati nel 2020 ha finito di girare a Ferrara il film “Lei mi parla ancora”, tratto dal romanzo del padre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, interpretato da Renato Pozzetto.
”Straordinario in una storia drammatica, quella di un novantenne che perde la moglie dopo 65 anni’.
   

Cinema:”Meno cinque”,film su bar in era Covid boom su social

(ANSA) – SASSARI, 01 GEN – Il primo film sardo del 2021 è il
corto “Meno cinque” ed è già un piccolo successo sulla rete. La
gran quantità di condivisioni sui social a partire dalle 24 di
ieri ha già favorito una discreta diffusione dell’opera
autoprodotta, accessibile a tutti al link
https://vimeo.com/495805642.
    Scritto e diretto da Sergio Scavio e Gianluca Naitana, che firma
anche il soggetto originale, la storia di “Meno cinque” è
ambientata in un bar al tempo dei Covid. L’opera è stata girata
allo “Shardana” di Sassari. Alla fine del 2020, per decreto
ministeriale, i bar devono chiudere inesorabilmente alle 18. Per
gli amanti del bar, come i protagonisti del film, gli ultimi
cinque minuti prima della chiusura sono i più difficili da
affrontare.
    I protagonisti del film sono tre: Antonio Ginesu nel ruolo del
barista, Mauro Chessa e Nicola Rovasio in quello degli
avventori. Nel film compaiono anche Francesco Piredda, Anita
Delitala, Giuseppe Ginesu, Laura Mannoni, Massimo Cossu e Chiara
Diana. Barbara Cossu è aiuto regista e responsabile di edizione,
la scenografia è di Roberta Piras, il suono di Andrea Campus,
con Anita Delitala video assist. (ANSA).
   

Cinema: Pietro Castellitto Film-maker dell’anno a Capri

(ANSA) – NAPOLI, 01 GEN – E’ Pietro Castellitto, che ha
debuttato con ‘I predatori’, l’Italian Film-maker dell’anno a
Capri, Hollywood The International film festival. ”Sono felice di ricevere un premio da un festival come il
vostro, in connessione con il mondo, per me è un buon augurio –
ha detto Castellitto in collegamento con lo studio virtuale di
Pascal Vicedomini – i Predatori hanno una ironia contaminata
non del tutto italiana anche se il mio film è profondamente
italiano”.
    Castellitto sta lavorando al film Sky su Francesco Totti, un
idolo da sempre.
    ”Sono cresciuto con il suo poster in camera, e ora mi trovo a
interpretare quel poster! E’ un po’ disorientante” scherza il
29 enne regista, sceneggiatore e attore figlio di Sergio
Castellitto e Margaret Mazzantini.
    Nel cassetto ha tre sceneggiature già scritte, ma che non
diventeranno il suo prossimo film. ”Sarà qualcosa di nuovo,
certamente. Quando mi hanno detto che potevo realizzare I
predatori mi sono sentito come chi ha le chiavi in mano di un
aeroplano ma che in realtà non l’ha mai ancora pilotato. Sono
contento di aver iniziato da giovane questo lavoro, comunque si
è trattato per me di un percorso lungo durato sei anni. Se
dovessi scegliere tra recitazione e regia? Sceglierei la
regia”. I Predatori è stato premiato per la migliore
sceneggiatura a Venezia nella sezione “Orizzonti”, Castellitto
ne è regista, sceneggiatore ed è anche nel cast con Massimo
Popolizio, Manuela Mandracchia, Giorgio Montanini, Dario
Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Nando Paone e Antonio
Gerardi. ”Il film è uscito in sala tre giorni e stava anche
andando bene – ricorda l’autore – ora è sulle principali
piattaforme on demand”.. (ANSA).
   

Cinema: Loren, Ponti e Pausini al Gala Capri,Hollywood 25

(ANSA) – NAPOLI, 01 GEN – Sophia Loren con Edoardo Ponti
premiati per La vita davanti a sé, Laura Pausini, premio
miglior canzone per Io si e Diane Warren, accompagnati dalla musica live di Noa e Andrea Griminelli: è un parterre da Oscar
quello che si annuncia sabato 2 gennaio sulle piattaforme social di Capri, Hollywood (ore 19 italiana) per la conclusione della
25esima dell’ International film festival, un successo con oltre
centomila presenze digitali e nelle sale virtuali di My Movies.
    Con il produttore Pascal Vicedomini, padrone di casa in uno
studio dove è stata ricostruita digitalmente l’isola azzurra, ci
saranno quindi Sophia Loren con il regista Edoardo Ponti, Laura
Pausini interprete ed autrice del testo italiano della canzone
composta da Diane Warren: tutti riceveranno ‘virtualmente’ il
riconoscimento. Parteciperanno anche i membri del board
dell’Istituto Capri nel mondo Tony Renis, che riceverà il Legend
Award, Franco Nero, Mark Canton. Il flauto di Griminelli aprirà la serata con ‘Nuovo Cinema Paradiso’ per ricordare il
maestro Morricone e chiuderà con l’Inno alla gioia di Beethoven.
    A Sophia e Edoardo consegneremo virtualmente l’Humanitarian
Award per La vita davanti a sé film Netflix vincitore anche per
la miglior canzone dell’anno “Io sì (Seen) di Laura Pausini composta da Diane Warren.
    Evento ponte tra cinema italiano e americano, Capri, Hollywood
inaugura, infatti anche in questo anno particolare la stagione
delle premiazioni globali in vista dei Golden Globes e degli
Oscars ed ha proposto un omaggio particolare a Gianfranco Rosi
che con ‘Notturno’ rappresenta l’Italia agli Academy.
    I riconoscimenti internazionali saranno annunciati domani; già
assegnati in questi giorni con l’intervento dei premi Oscar
Paolo Sorrentino, Bille August, Bobby Moresco, Paul Haggis, Nick
Vallelonga, Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo e Alessandro
Bertolazzi i premi ad Enrico Lucherini (Capri Legend Award),
ad Antonio Capuano (Capri Award alla carriera). Pietro
Castellitto è l’ Italian Film-maker 2020. Ai film The
Rossellinis e la La verità su La dolce vita è andato il Capri
Cult Award, l’ Italian Worlwide a Salvatore Esposito. (ANSA).
   

Covid, Primario: ‘Mezzanotte tra la ‘solitudine’ dei malati

Pochi minuti prima della mezzanotte l’ultimo ricovero, allo scoccare del nuovo anno due dita di prosecco mandate al paziente Covid più giovane e in grado di salutare il 2021 dal suo letto d’ospedale. Sono due dei momenti vissuti nella lunga notte di San Silvestro da Lucio Patoia, primario della Medicina, che comprende il reparto Covid, dell’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno.
    “Non è stata una notte come tutte le altre”, racconta all’ANSA Patoia fuori dalla struttura ospedaliera qualche minuto dopo aver concluso il suo turno. “È stata una notte particolare perché era l’ultima di un anno molto difficile, soprattutto per i pazienti e per i famigliari che hanno avuto dei lutti per questa malattia, ma anche per gli operatori sanitari”, sottolinea il primario. Che ha deciso di mettersi in turno per far rifiatare i colleghi che coordina. “Mi è sembrato normale farlo – spiega -, dopo tanti mesi di duro lavoro, non mi sembrava giusto che qualcuno di loro avesse dovuto lavorare sia a Natale che a Capodanno”.
    L’ultimo ricovero, che ha portato a 15 i degenti al momento presenti nel reparto Covid di Foligno, “ha toccato ancora una volta uno degli aspetti più brutti della malattia, la solitudine”, racconta il medico. Spiegando che in ospedale è arrivata una persona anziana che, seppur non in gravi condizioni, ha “accusato soprattutto il disagio di ritrovarsi sola in quello che le sta accadendo”.
    Il nuovo anno Patoia lo “identifica” soprattutto nel vaccino: “Ci rende molto fiduciosi, ma attenzione – avverte – La strada è ancora lunga e ci vorranno mesi per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge e quindi sono vietate distrazioni, la guardia non va assolutamente abbassata”.
    Il primario evidenzia, inoltre, anche un altro aspetto, questa volta positivo, della pandemia. “Ci ha dato una conferma importante – dice -, avere un sistema sanitario nazionale come il nostro è una grandissima fortuna. Senza questo sistema sanitario – aggiunge – molte persone non si sarebbero potute curare e tanto meno ricoverare nelle terapie intensive. E molti non potrebbero nemmeno vaccinarsi”. “Tutto questo – sottolinea il medico – lo diamo per scontato, quando invece in molti altri Paesi scontato non è”. “L’emergenza sanitaria ci ha anche confermato che pure nella nostra Umbria il sistema sanitario ha funzionato e la risposta è stata buona a tutti i livelli”, conclude il primario. 
   

Covid: negli Stati Uniti superati i 20 milioni di casi

Gli Usa hanno superato i 20 milioni di casi di Covid-19, secondo i dati della Johns Hopkins University. Le vittime invece sono 346 mila.

Il Regno Unito ha registrato altri 53.285 casi di coronavirus e 613 decessi nelle ultime 24 ore. Lo riporta la Bbc. Il numero di casi giornalieri è leggermente in calo rispetto ai 55.892 di giovedì, che è stato il numero più alto mai registrato dall’inizio della pandemia di Covid-19. 

Nel mondo finora sono state vaccinate quasi 10 milioni di persone. Lo riferisce il sito di pubblicazioni scientifiche Our World in Data, sviluppato dall’Università di Oxford sottolineando che sono già state inoculate 9,8 milioni di dosi. Il paese che ha vaccinato più persone finora è la Cina, 4,5 milioni al 31 dicembre. A seguire gli Stati Uniti, con quasi 2,8 milioni di persone, e Israele a quota un milione. A seguire ci sono i primi paesi europei, a partire dal Regno Unito, quasi 945mila al 27 dicembre. Poi la Germania con 131mila. L’Italia viene registrata a quota 33mila.

Il sito chiarisce che i numeri si riferiscono alle singoli dosi iniettate, quindi non alla vaccinazione completa, che necessita di un secondo richiamo.

La regina di Danimarca Margrethe II ha ricevuto una prima iniezione del vaccino anti-Covid, ha annunciato la casa reale. Farà il richiamo tra circa 3 settimane. La sovrana ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno nel 2020, così è stata inserita nella prima lista dei danesi da vaccinare. Copenaghen ha previsto iniziare con i residenti delle case di riposo, poi gli over 65 vulnerabili e gli operatori sanitari più esposti. Quasi 30.000 persone, sui 5,8 milioni di abitanti della Danimarca, tradizionalmente inclini a seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie, hanno ricevuto un’iniezione del vaccino Pfizer-BioNTech dall’inizio della campagna di vaccinazione il 27 dicembre.
   

Australia: l’inno nazionale cambia in nome degli aborigeni

L’Australia cambia con il nuovo anno una parola chiave nell’inno nazionale ‘Advance Australia Fair’ (Avanza Australia giusta) per dare riconoscimento alle Prime Nazioni, i popoli aborigeni cha vivono in questo continente da 65 mila anni, e per riconoscerne meglio il ruolo, le culture e la storia. Nell’ultimo giorno del 2020 il primo ministro Scott Morrison ha annunciato che il verso ‘siamo giovani e liberi’ è sostituito da ‘siamo uniti e liberi’. E il cambiamento è stato approvato dal governatore generale David Hurley, che rappresenta la regina, tuttora capo di stato anche dell’Australia.
    Scompare così la parola ‘giovani’, a cui da tempo obiettavano i leader aborigeni, per far posto alla parola ‘uniti’. Un riconoscimento del multiculturalismo di una nazione cha ha accolto immigrati e profughi da ogni paese del mondo, ma sta riscoprendo e recuperando le lingue e le culture di centinaia di ‘nazioni’ aborigene.
    “L’Australia, come nazione moderna, è relativamente giovane, ma la storia del nostro paese è antica, come lo sono le storie delle Prime Nazioni, di cui riconosciamo e rispettiamo lo spirito”, ha dichiarato Morrison. La modifica “non toglie nulla, ma credo che aggiunga veramente senso al testo”, ha detto.
    ‘Advance Australia Fair’ è opera del compositore nato in Scozia Peter Dodds McCormick e fu eseguita la prima volta nel 1878, ma solo nel 1984 ha sostituito come inno nazionale ‘God Save The Queen’, in vigore dal tempo dell’insediamento britannico.
    Il simbolico cambiamento viene in un tempo in cui gli australiani indigeni ancora devono affrontare ostacoli significativi nel raggiungere uguaglianza di opportunità. Gli uomini indigeni hanno un’aspettativa di vita di 71,6 anni, quasi nove anni meno degli australiani non indigeni. Per le donne indigene, l’aspettativa di vita è 75,6 anni, circa otto anni meno delle donne non indigene. E la mortalità sotto i cinque anni è doppia rispetto al resto della popolazione. All’inizio del 2020, sull’onda del movimento Black Lives Matter, manifestazioni in diverse città d’Australia hanno domandato di mettere fine alle morti di aborigeni in stato di arresto o di detenzione, più di 400 negli ultimi 30 anni.

‘Rivedere i parametri’, documento delle Regioni al vaglio dell’Iss

Arriva da un documento delle Regioni la richiesta, ora al vaglio dell’Iss, di apportare alcuni cambiamenti che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l’assegnazione delle zone (gialla, arancione, rossa) nell’ambito del monitoraggio della Cabina di regia. Tra questi, secondo quanto si è appreso, un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutata potrebbe essere anche la definizione dei ‘casi’ e strategie di esecuzione dei test. 
   

‘Gaffe’ Lega in auguri Capodanno, non c’è la Lazio

“Nuovo anno, nuovo gioco”: gli auguri di Buon Anno della Lega di serie A incappano in una gaffe. Nella foto ad albero di Natale postata sui social ci sono i giocatori di tutte le squadre, tranne la Lazio. “Un errore tecnico dovuto al fotoshop”, la spiegazione della Lega, che ha corretto poi il tiro aggiungendo la prevista foto di Immobile come punta dell’albero, in quanto Scarpa d’Oro. “Ora ci siamo tutti”, il messaggio del nuovo post di auguri, con il simbolo delle scuse.