Alitalia dà l’addio ai cieli, Ita pronta al decollo

L’Alitalia dà l’addio ai cieli. L’ex compagnia di bandiera, dopo quasi 75 anni ad alta quota, portando il tricolore italiano in giro per il mondo, si prepara all’atterraggio definitivo. Oggi l’ultimo volo segnerà di fatto la fine della storia dell’aviolinea. Una storia di successi ma anche di declino, tra fiumi di denaro pubblico e scelte sbagliate, dopo che nemmeno la gestione dei privati è riuscita a risollevarne le sorti. L’accordo raggiunto con l’Ue per l’avvio della nuova società Ita ha di fatto sacrificato la vecchia compagnia, che in nome della discontinuità deve spegnere i motori. Lo storico marchio però potrebbe sopravvivere e continuare a volare sulle ali di Ita, sempre che la compagnia riesca ad aggiudicarsi la gara. Su questo, secondo quanto si apprende, ci sarebbero dei progressi e si sta lavorando alacremente per arrivare alla cessione in tempo per il decollo di venerdì: c’è la volontà di tutte le parti di chiudere positivamente questo passaggio. Va infatti evitata l’ipotesi peggiore, il fallimento, che non è ancora scongiurato. In questo scenario si registra anche un certo dispiacere per un passaggio che comunque non si poteva evitare, con cui si chiude una pagina di storia italiana.

L’uscita di scena di Alitalia sarà oggi, a tarda sera, con l’ultimo volo della giornata, l’AZ1586 Cagliari-Roma, che partirà alle 22.05 dal capoluogo sardo per atterrare a Fiumicino alle 23.10. A trasportare gli ultimi passeggeri con un biglietto Alitalia sarà un Airbus 320 (proveniente da AirOne), intitolato a Primo Levi, che volerà pieno con tutti i suoi 180 sedili occupati. Alla cloche il comandante Andrea Gioia, 55 anni, 15mila ore di volo, formatosi alla scuola di volo di Alitalia. Dopo 560 chilometri (303 miglia) e poco più di un’ora di viaggio, calerà il sipario. Un volo che assume una valenza ancor più simbolica visto che sarà l’ultimo collegamento ‘tricolore’ con la Sardegna, destinazione storica di Alitalia, da sempre servita dalla compagnia italiana: nella gara per la continuità territoriale con l’isola, infatti, la low cost spagnola Volotea ha avuto la meglio su Ita. Con l’ultimo volo, si chiude anche il programma di riallineamento della compagnia, che consegnerà ad Ita una flotta tutta basata su Roma e Linate.

Ieri alla vigilia dell’ultimo giorno tra i lavoratori (che proseguono la mobilitazione con un presidio oggi al terminal 3 a Fiumicino) si respiravano sentimenti di amarezza e rabbia. “E’ una sconfitta per l’Italia”, hanno detto due lavoratori da oltre 20 anni in servizio nella compagnia. E c’è anche tanta commozione, come quella di un’assistente di volo nata col sogno di fare la hostess, che dopo oltre 25 anni saluta così la sua compagnia: “Ciao Mamma Alitalia”.

Era il maggio di 74 anni fa quando iniziava la storia ‘gloriosa’ dell’Alitalia. Un decollo targato Alitalia-Aereolinee Italiane Internazionali che porta la data del 5 maggio 1947, con il primo volo nazionale Torino-Roma-Catania, seguito due mesi dopo dal primo volo internazionale da Roma a Oslo con 38 passeggeri a bordo. Tre anni dopo arrivano le prime hostess, con le divise delle sorelle Fontana, entrano in linea i quadrimotori DC4 e si introducono pasti caldi. Dieci anni dopo l’Alitalia cresce, diventa Alitalia-Linee Aeree Italiane, una compagnia con 3.000 dipendenti e 37 aerei che scala la classifica internazionale dal 20esimo al 12esimo posto. Di lì è un crescendo che la porta nel 1960 a diventare la compagnia ufficiale delle olimpiadi di Roma e a trasportare per la prima volta oltre un milione di passeggeri; nel 1969-70 arriva l’iconica ‘A’ tricolore sugli aerei al posto della ‘Freccia Alata’; negli anni Ottanta viene rinnovata la flotta, nel 1991-92 le divise e gli interni portano la firma di Giorgio Armani. E’ negli anni Novanta però che arrivano le prime difficoltà, complice la liberalizzazione del trasporto aereo. Una serie di scelte sbagliate fa lievitare le perdite. Nel 2008, per evitare la vendita ad Air France-Klm, viene creata una cordata di imprenditori italiani, i cosiddetti ‘Capitani coraggiosi’, ma l’avventura di Alitalia Cai non dura molto. Nel 2015 ci riprova Etihad, ma nemmeno il ricco investimento da 1,7 miliardi riesce ad evitare l’amministrazione straordinaria, che scatta il 2 maggio 2017 e arriva ai giorni nostri.