A giugno i gestori incassano 5,2 miliardi. Patrimonio oltre 2500 miliardi

I punti chiave

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L’industria del risparmio gestito archivia giugno con una raccolta positiva per 5,2 miliardi, in calo rispetto ai 6,8 incassati a maggio ma pur sempre un risultato significativo che dimostra la buona tenuta del settore e porta il saldo del primo semestre 2021 a sfiorare i 47 miliardi. Ancora una volta a spingere sull’acceleratore sono stati i fondi aperti che hanno portato in dote 4,1 miliardi, mentre hanno invertito la rotta i mandati istituzionali che hanno chiuso con i conti in rosso per 388 milioni e portando così il segmento delle gestioni di portafoglio a rallentare il passo a 481 milioni rispetto agli 1,6 miliardi accumulati il mese precedente.

Il patrimonio

A giugno il patrimonio complessivo del settore ha segnato un nuovo record oltrepassando la soglia dei 2.500 miliardi dei quali il 51% in capo alle gestioni collettive e il restante 49 affidato a quelle di portafoglio. Le masse dei soli fondi aperti al termine del semestre hanno oltrepassato i 1.206 miliardi aumentando ancora la loro incidenza sul totale e al loro interno il peso maggiore lo conservano gli obbligazionari (36%), seguiti dagli azionari (28,2%) e dai flessibili (19,8%).

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I fondi comuni

Gli azionari continuano a essere i prodotti più gettonati con una raccolta di 2,2 miliardi, in crescita di oltre un miliardo rispetto a maggio. In questa tipologia d anche i Pir, i piani individuali di risparmio a giugno hanno rivisto l’attivo dopo più di un anno di risultati negativi, incassando circa 66 milioni. Poco sotto i 2 miliardi il dato dei bilanciati (in leggera flessione), mentre per gli obbligazionari il mese si è chiuso a 1,2 miliardi, in aumento sui 927 milioni di maggio. Meno pesante il deficit dei flessibili (-67 milioni dai -150 precedenti), mentre cola a picco la raccolta dei monetari a -1,2 miliardi (-67 milioni a maggio). Questi numeri sono abbastanza intuitivi: il buon andamento dei listini (anche se ora con qualche incertezza) spinge molti investitori a riposizionare i portafogli sull’equity abbandonando gli investimenti a brevissimo termine e i loro rendimenti prossimi o anche inferiori allo zero.

Le società

Tra i protagonisti del settore, da segnalare il saldo di Amundi che con 1,5 miliardi ha incassato più di tutti, ma il mese è stato particolarmente positivo anche per Deutsche bank (782 milioni) , per Intesa Sanpaolo (665 milioni), per Anima (590 milioni) e per Jp Morgan Asset Management (501 milioni). Segno meno, invece, per il gruppo Generali (-1,8 miliardi per operazioni infragruppo), per Franklin Templeton (-134 milioni), per Ersel (-87 milioni) e per State Street Global Advisor (-54 milioni).

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